Il certificato Turbo permette di sfruttare in modo amplificato le variazioni al rialzo del titolo, grazie alla leva. A fronte di un guadagno (ipotetico) di 1.900 euro, bisogna considerare i rischi.
Tim, meglio comprare azioni o un certificato per puntare al target del 35%? Per rispondere a questa domanda occorre innanzitutto stabilire il profilo di rischio dell’investitore. I certificati Turbo Open End, come quelli andiamo a considerare, offrono un’opportunità di amplificare i guadagni grazie alla leva finanziaria. Tuttavia, comportano anche dei rischi significativi:
1) Effetto leva, che permette di amplificare i guadagni, ma funziona allo stesso modo per le perdite. Per esempio, con una leva del 5%, una variazione positiva del prezzo del sottostante dell’1% porterebbe un guadagno del 5% sull’investimento. Una variazione negativa di pari importo causerebbe invece una perdita del 5% in conto capitale. L’effetto leva è potenziato dalla volatilità del sottostante e da eventuali gap di prezzo.
2) Strike, che stabilisce il livello al di sotto del quale (nel caso di una posizione long) il certificato perde il suo valore, facendo perdere l’intero investimento. A differenza di un investimento diretto in azioni, dove la perdita non è totale fino a quando non si decide di vendere, la soglia di knock out deve essere considerata attentamente.
3) Liquidità inferiore rispetto al mercato azionario. Questo significa che si potrebbe avere difficoltà a vendere il certificato al prezzo desiderato o nel momento necessario, soprattutto in situazioni di stress di mercato.
4) Costi impliciti legati all’utilizzo della leva finanziaria e al differenziale bid-ask.
Una volta individuato lo strumento più adatto per l’investimento, occorre fare una valutazione dell’andamento del titolo sottostante.
Telecom Italia (TIM) ha registrato un forte incremento nel mercato azionario negli ultimi mesi, spinto da volumi di scambio eccezionalmente alti. La società, guidata da Pietro Labriola, ha visto il proprio titolo crescere del 4,60% in tre mesi, arrivando a quota 0,2523 euro. Questo rialzo è sostenuto da diverse notizie positive che riguardano l’azienda. La cessione della rete al consorzio guidato dal fondo KKR, con la partecipazione del Tesoro e F2i, ha permesso a TIM di ridurre significativamente il proprio debito, migliorando così la sua posizione finanziaria. Inoltre, l’espansione internazionale della controllata Sparkle, soprattutto in India, ha contribuito a rafforzare le prospettive di crescita.
L’endorsement di Bank of America ha ulteriormente alimentato il rally di TIM. Gli analisti della banca americana hanno confermato la raccomandazione “buy”, elevando il target price delle azioni ordinarie a 0,34 euro, in crescita rispetto ai precedenti 0,26 euro. Questo non tiene ancora conto di potenziali ricavi aggiuntivi, come l’incasso supplementare dalla vendita della rete.
Con una tendenza rialzista rafforzata e nuove prospettive di crescita, TIM si trova in una posizione interessante per gli investitori, soprattutto considerando il miglioramento delle dinamiche di mercato nel settore delle telecomunicazioni, che potrebbe beneficiare di ulteriori fusioni e acquisizioni nei prossimi anni.
TIM: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
TIM prosegue lo slancio avviato da area 0,24, dimostrando di possedere le energie necessarie per superare gli ostacoli presenti in area 0,26 e raggiungere target a 0,2740 e area 0,30. Sopra questi livelli il titolo potrebbe ambire a un nuovo test dei massimi del 2023 a 0,3260 e puntare a obiettivi più ambiziosi a 0,34 circa. Al contrario, sotto 0,24 euro il quadro grafico potrebbe indebolirsi prospettando nuovi test di area 0,2250 almeno.
Per operare long su TIM potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HD7TY63. Il certificato ha come sottostante TIM e presenta una barriera distante attualmente il 16,02%. Con questo strumento (leva 5,57) il guadagno ipotetico nel caso in cui TIM raggiungesse il target a 0,34 euro sarebbe superiore ai 1.900 euro, a fronte di un guadagno di 341 euro tramite investimento in azioni.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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