Mettere le mani su Tim tramite KKR significa, per gli Usa, blindare un asset decisivo per le telecomunicazioni a danno della Francia. II ruolo del generale David Petraeus, ora ai vertici di KKR.
Mentre i francesi di Vivendi minacciano di far saltare il banco e di aprire una battaglia a carte bollate sulla vendita di Tim forti del ruolo di primo azionista se non sarà convocata un’assemblea straordinaria, chi si prepara a scalare il gigante italiano delle telecomunicazioni è il fondo americano KKR. Al fianco del quale il governo italiano ha deciso di posizionarsi come junior partner destinato a non avere primazia gestionale nell’ingresso della nuova squadra di azionisti che vuole, per un valore stimato tra i 21 e i 23 miliardi di euro, scalare l’ex Telecom.
Il Dpcm firmato a fine agosto con cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti hanno messo in campo la strategia di dialogo con KKR per l’ingresso in Tim sceglie il fondo americano come principale partner per l’ingresso in Netco.
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