Cos’è il trading discrezionale e quali sono i pro e i contro di questo tipo di trading? È davvero migliore del trading automatico?
Dopo aver parlato del trading automatico, è giunto il momento di parlare del trading discrezionale, ossia il trading che viene contrapposto a quello automatico e che viene definito erroneamente come “manuale”.
Il dibattito sul trading automatico e discrezionale è uno dei più in voga negli ultimi anni e che ovviamente non trova una risposta ben definita in quanto entrambi gli approcci hanno delle criticità e dei pregi diversi proprio per la natura del tipo di negoziazione che si va a fare sui mercati.
Il trading discrezionale è sicuramente il primo approccio con il quale ci si approccia al trading e di conseguenza è il tipo di trading che serve al dilettante per imparare le basi del trading, basi che potrebbero essere implementate in un Trading System solamente in un secondo momento.
Possiamo tranquillamente affermare che per sviluppare il proprio sistema di trading automatico, è necessaria una minima esperienza di trading discrezionale per capire le basi del risk management e del money management, elementi necessari per sviluppare un trading system oltre che per fare trading, per l’appunto, in modo discrezionale.
Vediamo insieme i pregi e i difetti del trading discrezionale e paragoniamolo a quello che è il trading automatico.
Cos’è il trading discrezionale
Il trading discrezionale è quel tipo di trading che consiste nell’intervento unicamente umano nelle negoziazioni sui mercati finanziari. Il processo decisionale è quindi totalmente discrezionale, dal calcolo dei parametri di rischio, all’analisi del mercato, fino al click in piattaforma per fare trading. In sostanza, non c’è nulla di automatico, è tutto a “discrezione” dal trader il quale ha piena responsabilità del proprio destino.
Un trader professionista che ha un approccio discrezionale, ha solitamente un’esperienza che difficilmente è replicabile da un bot automatico il quale ha il “limite” di non avere quel plus che il trader discrezionale ha, ossia un cervello che notoriamente è più prestante di qualsiasi computer.
Il trader discrezionale ha quindi dalla sua parte l’esperienza, immagazzinata all’interno del cervello, vero e proprio elemento discriminante tra il trading discrezionale e il trading automatico. Solitamente il trader professionista (discrezionale) ha quindi dei rendimenti più elevati rispetto ad un classico sistema di trading automatico, tipo di trading che nella maggior parte dei casi, per essere profittevole, ha comunque bisogno dell’intervento umano.
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I vantaggi del trading discrezionale
In primis possiamo dire tranquillamente che il trading discrezionale è propedeutico in ogni caso al trading automatico. É impossibile imparare a strutturare un sistema di trading automatico senza avere le basi del trading discrezionale.
Tutti gli step necessari per imparare a fare trading in modo discrezionale, fanno sì che il trader acquisisca un’esperienza e un know-how strettamente personale, totalmente legato alla propria personalità e pertanto un qualcosa di strettamente unico, in netta contrapposizione con le logiche standardizzanti del trading automatico.
Inoltre, acquisita una certa esperienza, il trader discrezionale è in grado di interiorizzare il mercato, meglio di qualsiasi sistema di trading automatico, sviluppando una sorta di “senso del pericolo”, oppure il “fiuto” per l’occasione e tramite il riconoscimento di pattern di ripetizione di dinamiche di mercato, è in grado di capire se si trova all’interno di un mercato che può offrire occasioni o se si trova all’interno di un mercato relativamente pericoloso.
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Gli svantaggi del trading discrezionale
Il trader, nel corso della sua esperienza, dovrà trovarsi di fronte a molti ostacoli, il primo tra tutti è quello della self-discipline, ossia l’autodisciplina che in molti casi, nel momento in cui si tralascia, fa sì che il trader non sia lucido di fronte alle scelte che dovrà fare, pertanto si troverà ad affrontare periodi molto difficili dal punto di vista psicologico per via della mancanza di lucidità, cosa che accade anche ai professionisti i quali riescono ad uscire più velocemente da questa impasse in termini di tempo.
Il trading puramente discrezionale è puramente dipendente dal trader, dal suo stato d’animo e dal tempo che ha a disposizione. In sostanza, se il trader sta male, sia fisicamente che psicologicamente, difficilmente riuscirà a fare trading in modo lucido, pertanto per fare trading discrezionale in modo ottimale, si richiede una condizione di salute fisica e psicologica sana.
Il fattore umano nel trading
Stiamo parlando di due tipi di trading totalmente diversi tra loro e che difficilmente sono paragonabili dal punto di vista strettamente operativo. Sono due approcci diversi, due modi diversi per fare trading ed entrambi possono essere fatti male, così come possono essere condotti in maniera efficiente.
Il dibattito sul trading discrezionale e sul trading automatico, non ha senso di esistere, se non per coloro che utilizzano una retorica di bassa lega per remare a favore di un proprio approccio, magari un metodo “magico”, sia esso automatico che discrezionale, al fine di guadagnare dalla vendita di qualche corso o da qualche sistema automatico che promette guadagni stellari in poco tempo.
Ricordiamo quindi che entrambi gli approcci richiedono comunque un certo grado di esperienza, esperienza che si acquisisce con il tempo e con il lavoro, sia personale che professionale, pertanto dibattere su quale tipo di trading sia migliore rispetto ad un altro, nel momento in cui non si ha esperienza, è solamente una perdita di tempo, un mucchio di parole buttate al vento.
Come detto in precedenza, gli step iniziali per fare trading si compiono inizialmente con il trading discrezionale, successivamente si passerà, eventualmente, a quello che può essere un sistema di trading automatico che, come detto in un precedente articolo, è a supporto del trader in quanto nella maggior parte dei casi viene comunque richiesto l’intervento (esperto) di un umano.
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