Le quotazioni di Eni hanno fallito il test della resistenza statica a 15,838 euro, dove hanno formato un pattern engulfing. La soglia di ipervenduto raggiunta dall’RSI settato a 14 periodi corrobora l’ipotesi di un ritracciamento
Nella seduta di venerdì i corsi di Eni hanno fornito un segnale di debolezza a ridosso della resistenza a 15,838 euro, lasciata in eredità dai massimi del 31 ottobre 2018.
Eni, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Dopo due sessioni all’insegna dell’incertezza, i venditori hanno aumentato la pressione fino a formare un bearish Engulfing di inversione. La validità di questo pattern è corroborata dall’RSI settato a 14 periodi, che si trova in ipercomprato per la prima volta da maggio 2018.
Dal 27 dicembre scorso, i prezzi del cane a sei zampe sono stati spinti in maniera importante dai compratori, complice anche il rialzo del prezzo del petrolio, e sono riusciti a recuperare gran parte della discesa messa a segno tra ottobre e dicembre del 2018.
Se il modello di reversal citato prima dovesse venire confermato, le quotazioni potrebbero spingersi in primis al test della linea di tendenza che collega i minimi del 27 dicembre 2018 a quelli del 2 gennaio 2019, per poi passare a quello della soglia psicologica a 15 euro.
Strategie operative su Eni
Vista la struttura tecnica del titolo, si potrebbero implementare strategie di matrice short da 15,642 euro. Lo stop loss andrebbe posto sopra la soglia psicologica dei 16 euro, mentre l’obiettivo principale a 15,28 euro. Un target più ambizioso sarebbe invece localizzato a 15,14 euro.
Questo tipo di operatività si presta all’utilizzo del certificato Turbo Short di BNP Paribas con ISIN NL0013135882 e leva 4,1.
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