La scorta dei Carabinieri subisce tagli al pesonale e alle risorse, eppure i servizi erogati alle cariche dello Stato sono gli stessi. Il Cocer chiede più riconoscimento.
I dipendenti delle Forze Armate impegnati nella scorta sanno bene quanto possa essere duro il lavoro di agente di protezione. Alcune cariche dello Stato, oltre alle personalità di passaggio e alle alte cariche della magistratura sono appunto sicure grazie al lavoro di questi agenti.
I turni di lavoro degli agenti della scorta sono però molto duri, in quanto molto spesso la personalità da proteggere richiede grande flessibilità da parte dei lavoratori delle Forze Armate. Ciò che colpisce è però che al progressivo aumento del lavoro, dati i nuovi equilibri diplomatici dell’Italia con l’UE, non corrisponda un aumento del personale.
Il delegato Cocer La Fortuna lamenta una diminuzione delle risorse umane ed un taglio di quelle economiche riservate ai servizi di scorta e alla sicurezza delle personalità, che comunque beneficiano della protezione delle Forze Armate.
Vediamo qual è la situazione e quali sono le proteste del sindacato dei Carabinieri.
Militari di scorta sempre meno tutelati
Il delegato Cocer La Fortuna lamenta un taglio di personale e di fondi, laddove i soli Carabinieri si occupano della protezione e dei servizi di scorta di 7 Ministri. I tagli non giovano al sistema della sicurezza, questo lo capiamo ancora di più oggi che i pericoli sono molti di più, ma ciò non sembra interessare ai vertici.
Il Cocer lamenta appunto i tagli al personale, con conseguente impiego dei militari in turni ancora più massacranti. La situazione è analoga nel SSN, dove gli infermieri e i medici non possono godere dei riposi compensativi.
L’aumento di lavoro per i militari della scorta non fa che aumentare il livello di stress dei dipendenti delle Forze Armate, che tra tagli e orari di lavoro massacranti non godono neanche di un giusto conteggio degli straordinari, oramai sempre più miraggi per i servitori dello Stato.
Si veda anche il caso della Guardia di Finanza.
Eroi di stato senza diritti: il Cocer chiede maggiore riconoscimento
Il delegato Cocer La Fortuna insiste sulla tesi, chiedendo maggiore riconoscimento per chi come i militari della scorta è costretto a turni senza fine e a sempre minore attenzione da parte delle stesse cariche protette.
Ricordiamo che il servizio di scorta è riservato all’Arma dei Carabinieri per tradizione già dall’800, che proprio a partire dall’Unità d’Italia per esigenza della Scorta d’Onore diede vita allo speciale Squadrone Guardie dei Re, che oggi chiamiamo comunemente Corazzieri.
Negli attuali regolamenti sulla scorta viene mantenuta la norma sulla Scorta d’Onore per la Corte di Cassazione, di Appello e nei Tribunali. A partire da metà del ‘900, invece, i regolamenti hanno previsto la scorta in grande uniforme anche a processioni e funzioni locali e religiose.
Questo piccolo excursus storico ci rende chiara l’importanza ed il valore dei militari impegnati nel servizio di scorta che, come sostiene anche il delegato Cocer, dovrebbero ricevere certo una maggiore attenzione da parte dei vertici della Difesa.
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