Jakarta, Kuala Lumpur e Brasilia rappresentano dunque tre player rilevanti nel mercato dei biocarburanti e la loro offerta è destinata ad aumentare.
L’Indonesia attendeva con ansia l’esito della sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio sulle restrizioni dell’Unione europea relative ai biodiesel a base di olio di palma. Jakarta, la più grande produttorice mondiale di olio di palma, si era infatti rivolta all’Omc nel 2019 dopo che l’Ue aveva deciso di non considerare un biocarburante il suddetto biodiesel a base di olio di palma.
Il motivo della posizione di Bruxelles? Il legame tra la realizzazione del materiale, collegabile a pratiche di deforestazione, e il fatto che il suo uso come carburante per il trasporto sarebbe stato eliminato tra il 2023 e il 2030. Dall’altro lato il governo indonesiano era convinto che l’Ue stesse utilizzando le questioni sollevate – in primis quelle climatiche – soltanto per attuare misure protezionistiche in campo ambientale.
Adesso che l’Omc si è espressa (in parte) a favore dell’Indonesia, non solo il Paese asiatico si aspetta che il blocco occidentale si adegui alla sentenza, ma ha anche promesso di raddoppiare le proprie ambizioni in materia di biocarburante derivato dall’olio di palma. [...]
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