L’Unione europea respinge la richiesta degli USA di bandire Huawei per quel che riguarda l’uso del 5G: resta ai singoli Paesi la competenza di bloccare l’accesso al mercato di una particolare azienda
L’Ue non blocca Huawei nell’acquisizione del 5G. Da Bruxelles le richieste degli Stati Uniti, che premevano per bandire l’odiata società cinese dalla corsa alla rete di quinta generazione, non trovano quindi conferme.
Nessun bando dunque per Huawei dal 5G, anche se - sottolineano dall’Unione Europea - sarà lecito in futuro escludere società che non rispettano i criteri di sicurezza.
Per il resto, spetta ai singoli Paesi la competenza di bloccare l’accesso al mercato di una particolare azienda, per ragioni di sicurezza o violazioni.
Prende il via ora un periodo di valutazione entro i confini europei, con i 28 stati impegnati a verificare validità e sicurezza delle infrastrutture.
Scadenza prefissata quella del mese di giugno, quando i rischi legati al 5G dovranno essere definiti nel dettaglio dai Paesi, dando vita a un report di carattere generale che dovrebbe essere pronto per ottobre, e che sarà al vaglio della Commissione almeno fino al termine del 2019 prima di definire le linee d’azione più utile a gestire i rischi.
5G, l’Ue non blocca Huawei nella corsa alla rete di quinta generazione
Secondo Andrus Ansip, vicepresidente della Commissione Europea, è fondamentale garantire prima di ogni altra cosa infrastrutture “pienamente sicure”.
“È essenziale che le infrastrutture 5G europee siano resilienti e pienamente sicure da backdoor tecnici o legali. I Paesi dovranno completare una valutazione nazionale del rischio delle reti 5G entro la fine di giugno del 2019, e da questa aggiornare i requisiti di sicurezza esistenti per i fornitori, valutando rischi tecnici e rischi legati al comportamento”.
Nessun bando per la cinese Huawei, come con forza richiesto dagli USA, sulla scia dei timori che la Cina possa sfruttare la nuova tecnologia per attività di spionaggio; accusa immediatamente respinta da Huawei, che ha fatto causa al governo degli Stati Uniti.
Bruxelles chiarisce però il diritto per ogni singolo Paese di estromettere determinate aziende, qualora queste mettano a repentaglio la sicurezza nazionale o non rispettino le leggi in vigore sul territorio:
“Non spetta alla Commissione bandire le imprese, sono gli stati membri che devono deciderlo. Questo mira a promuovere un approccio basato sulla conoscenza e poi misure di riduzione dei rischi che facciano diventare i ban non necessari”.
La stessa Huawei ha commentato positivamente la decisione europea, parlando di “approccio obiettivo e proporzionato delle raccomandazioni”.
Dopo il periodo di valutazione che terminerà a fine giugno, starà a Bruxelles stilare un report entro il mese di luglio, che si trasformerà poi in misure definitive mirate a garantire la massima sicurezza sul 5G in ambito europeo.
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