Una nuova crisi energetica si profila all’orizzonte

Alessandro Nuzzo

19 Febbraio 2025 - 22:16

Le riserve di gas in Europa stanno scendendo a livelli preoccupanti. Riempire i serbatoi potrebbe portare ad un aumento dei prezzi.

Una nuova crisi energetica si profila all’orizzonte

Tutti si ricordano poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina il livello che il prezzo del gas raggiunse toccando vette mai sfiorate prima e mandando sul lastrico diverse imprese e famiglie. Pian piano il costo è tornato a livelli pre conflitto ma il futuro potrebbe non essere così roseo.

L’Europa da quando è scoppiata la guerra ha dovuto fare i conti con un problema: il mancato approvvigionamento di gas dalla Russia, principale fornitore, a causa delle sanzioni e dell’isolamento di Mosca. Così ha dovuto trovare strade alternative per rifornirsi di gas. Gli inverni 2023 e 2024 sono passati indenni anche grazie alle grandi riserve stoccate e a due stagioni particolarmente miti che non hanno richiesto una domanda eccessiva di gas. Nel 2025 però le cose non sono andate così. La stagione invernale, sopratutto nelle nazioni più nordiche, è stata fredda costringendo le persone a fare grande richiesta di gas per il riscaldamento. La conseguenza è che la quantità di gas stoccato nei serbatoi in Europa inizia a scarseggiare. Il rischio di restare senza riserve non esiste ma l’Ue sta già iniziando a pianificare la prossima stagione di riscaldamento e dovrà provvedere a riempire nuovamente gli stoccaggi.

Questo dovrà avvenire in estate perché stando ai requisiti Ue, gli impianti di stoccaggio del gas devono essere pieni al 90% entro il 1° novembre di ogni anno. Se negli anni scorsi questo non rappresentava un problema perché i serbatoi erano pieno almeno al 62%, quest’anno il valore è stato ampiamente superato e il livello di riempimento è ben al di sotto del 50%. Questo significa che l’Ue dovrà spendere molto di più per riempire i serbatoi di gas fino al 90%, come direttiva chiede. E con la Russia che non è più fonte di approvvigionamento, recuperare gas da altre fonti non è semplice, sopratutto a costi contenuti. Il rischio quindi è che nei prossimi mesi potrebbe esserci una nuova crisi energetica con il costo del gas che potrebbe tornare ad aumentare fino a raggiungere i livelli visti nel corso dei primi mesi dello scoppio della guerra in Ucraina.

Sempre più paesi competono sul mercato mondiale di fornitura di gas per rifornire le proprie scorte. Questa forte domanda fa inevitabilmente aumentare il prezzo della materia prima. Si teme uno scenario in cui i paesi saranno costretti ad acquistare gas a qualsiasi prezzo pur di riempire i loro serbatoi entro il 1° novembre per almeno il 90%. Questo lo sanno anche gli speculatori che, sapendo della necessità dei paesi Ue di acquistare gas a tutti i costi, mirano ad aumentare il prezzo.

Per non far salire il costo nei prossimi mesi a causa della forte domanda, paesi come Germania, Francia, Paesi Bassi ma anche Danimarca, Grecia, Italia, Spagna e Austria sarebbero pronte e chiedere all’Ue una maggiore flessibilità sul livello di stoccaggio, portandolo ad una percentuale inferiore rispetto al 90%. In questo modo si dovrà acquistare meno quantità e i prezzi potrebbero mantenersi bassi.

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