Trump ha minacciato dazi alla Russia, ma qual è finora la verità sulle sanzioni imposte dall’Occidente a Mosca? Ecco il parere di Massimo Nicolazzi intervenuto sul canale YouTube di Money.it.
Donald Trump intervenuto a Davos è stato perentorio nei confronti della Russia: “Subito un accordo per la fine della guerra o imporrò nuove sanzioni”. Una minaccia questa arrivata pochi giorni dopo il suo insediamento ufficiale alla Casa Bianca.
Poco prima l’Alta Rappresentante dell’Ue, Kaja Kallas, nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles ha spiegato che “stiamo lavorando al sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina, vediamo che l’economia russa inizia a soffrire”.
In teoria stando alle previsioni di Mario Draghi la Russia sarebbe dovuta crollare economicamente - e di conseguenza anche sul campo di battaglia - già da diverso tempo a causa delle sanzioni imposte dall’Occidente. Dopo tre anni di guerra invece Mosca - seppur lentamente - continua ad avanzare e ha il controllo del 20% del territorio ucraino, mentre la sua economia sembrerebbe reggere.
Qual è allora la verità sulle sanzioni alla Russia? Massimo Nicolazzi è il presidente della capogruppo Centrex Europe Energy & Gas AG, della quale è stato CEO dal 2009 al 2014.
Nicolazzi ha una vasta esperienza manageriale del settore energetico, avendo ricoperto alte cariche in Agip/Eni e Lukoil per diversi anni; ospite di una puntata speciale andata in onda sul canale YouTube di Money.it, ha provato a spiegare cosa veramente è accaduto negli ultimi anni.
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La verità sulle sanzioni alla Russia per Nicolazzi
“La situazione dal punto di vista di quello che si può importare è al tema puramente logistico - ha spiegato il manager -, nel senso che forse non ce ne siamo accorti, ma l’Unione europea non ha preso nessuna misura sanzionatoria nei confronti dell’importazione di gas russo. Cioè portarlo qui è ancora oggi perfettamente lecito”.
Allo stato delle cose “i flussi dalla Russia più che per sanzione si sono interrotti per esplosione, nel senso che buona parte dell’interruzione è risalente ai problemi relativi alle esplosioni avvenute sul gasdotto Nord Stream 1 e sul gasdotto Nord Stream 2”.
“Il GNL è in lieve aumento - ha evidenziato Nicolazzi - cerchiamo poi di fare le proporzioni. Noi importavamo prima della crisi un 130 miliardi di metri cubi di gas via tubo e oggi questi li abbiamo di fatto azzerati. Importavamo 10-15 miliardi di metri cubi equivalente di gas naturale liquefatto, adesso abbiamo superato di qualcosa i 20”.
Ma come abbiamo sostituito i 130 miliardi che ci mancano? Abbiamo avuto un periodo “di impennata clamorosa dei prezzi all’inizio perché temevamo di passare l’inverno 22-23 senza gas, cosa che non è successa, però siamo arrivati a pagare nell’agosto del 22 quasi 350 euro per megavattora di gas quando, ancora nel 2021, ci costava meno di 20 euro al megavattore”.
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