Vietare i social ai minori di 16 anni è giusto: il risultato del sondaggio

Alessandro Cipolla

16/12/2024

I risultati del sondaggio lanciato da Money.it: per il 96% dei rispondenti sarebbe giusto vietare l’utilizzo dei social network ai minori di 16 anni come si appresta a fare l’Australia.

Vietare i social ai minori di 16 anni è giusto: il risultato del sondaggio

Vietare i social ai minori di 16 anni è giusto. Questo è il responso del sondaggio lanciato da Money.it dopo che in Australia è stata approvata dalla Camera una legge che, una volta che diventerà operativa, andrà a rappresentare un’autentica stretta in merito all’uso del web da parte dei più giovani.

Vietare social minori 16 anni Vietare social minori 16 anni I risultati del sondaggio di Money.it

Come si può vedere dai risultati del sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo stato realizzato a campione, per il 96% dei rispondenti sarebbe giusto anche in Italia vietare i social ai minori di 16 anni.

Un autentico plebiscito - una volta si sarebbe parlato di percentuali bulgare - che indica come anche da noi l’argomento sia molto sentito, anche se al momento dal punto di vista legislativo tutte le iniziative parlamentari in tal senso giacciono da anni a prendere polvere all’interno del proverbiale cassetto.

Il tema però è molto più complesso rispetto a quello che può apparire. In Australia social come TikTok, Facebook, Snapchat, Reddit, X e Instagram, a breve diventeranno responsabili per le mancanze riguardanti l’accesso da parte dei minori di 16 anni, con multe fino a 30 milioni di euro.

Questo però potrebbe spalancare le porte a dei social “clandestini” che potrebbero essere ben più pericolosi per i ragazzi rispetto a quelli canonici, con il vietare che spesso nella storia ha generato molte problematiche, basta vedere la storia del proibizionismo negli Stati Uniti.

I social network - come il web in generale - sono pieni di insidie sia per i grandi sia per i piccoli: anche se il risultato del sondaggio parla chiaro, forse la strada migliore sarebbe quello di spingere le piattaforme ad aumentare i propri standard di sicurezza e, al tempo stesso, promuovere nelle scuole un uso più consapevole della rete coinvolgendo anche le famiglie.

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