«Wikipedia non è libera, bisogna indagare». Intervista a Marco Camisani Calzolari

Dario Colombo

31 Maggio 2023 - 16:27

Chi decide cosa possiamo leggere su Wikipedia? Marco Camisani Calzolari solleva dubbi su anonimato degli amministratori, criteri di ammissione, cancellazione, censure, invocando un’indagine.

«Wikipedia non è libera, bisogna indagare». Intervista a Marco Camisani Calzolari

Il caso della voce di Wikipedia in italiano negata al divulgatore tecnologico Marco Camisani Calzolari ha portato alla luce nodi e dubbi sulla gestione dell’enciclopedia libera e collaborativa: anonimato degli amministratori, opacità delle scelte, censure, cancellazioni, strumentalizzazioni politiche.

Wikipedia è spesso la prima fonte a essere riportata da Google, per cui esserci è una grande opportunità. Nata per espandere la conoscenza collettiva ed eliminare le zone d’ombra, è diventata per molti la principale, spesso anche unica, fonte di informazione, per studio o lavoro, con tutti i limiti del caso di un utilizzo indiscriminato.

Ma emerge come sia amministrata da pochi, che con la protezione dell’anonimato, decidono cosa le persone possono leggere e cosa è meglio che non appaia nella grande enciclopedia digitale.

Una settimana fa sui propri social lo stesso Marco Camisani Calzolari aveva dichiarato che gli amministratori di Wikipedia in Italiano avevano deciso che non avrebbero approvato la voce proposta "a meno che non diventi Papa o prenda un Nobel”.

In sostanza, osservava il divulgatore tech, “l’informazione di Wikipedia in italiano è in mano a pochissimi volontari che decidono cosa si può dire e cosa no, che decidono che una voce non ci deve stare e se un contenuto non piace viene censurato. È una dittatura in mano a poche persone con l’identità nascosta dietro uno pseudonimo e che decidono cosa sia vero e cosa falso su Wikipedia in italiano, che è percepita, al contrario, da molti, come fonte autorevole”.

In un’intervista a Money.it Marco Camisani Calzolari ha fatto capire che la questione è più grande della pagina negata.

Sottolineando di “non aver chiesto nessuna pagina e di non volerla nemmeno a queste condizioni”, pur avendo i requisiti per essere su Wikipedia in base alle regole di ammissione. Ma quali sono le condizioni a cui fa riferimento Camisani Calzolari?

Quelle decise a priori, che gli permettono di autogestirsi. Wikipedia con Wikimedia Foundation, che le sta sopra, è una sorta di scatola per cui nessuno ha responsabilità di niente e nessuno possa imporre delle regole. Quello che è davvero successo in alcune versioni, come quella in italiano, è che questo meccanismo di non-responsabilità è stato usato per scopi non trasparenti e liberi. Gli unici responsabili all’interno del sito sono coloro che pubblicano, ma sono anonimi”.

Wikipedia in Italia è un problema

Camisani Calzolari arriva al punto, ossia la percezione comune che si ha di Wikipedia: “Tutti noi pensiamo che il sito sia autorevole, e lo sarebbe anche, ma non in Italia, dove ha preso una brutta piega. C’è una versione in italiano, in cui gli amministratori, dei volontari anonimi, si autoeleggono. Ci sono alcuni utenti che fanno il bello e il cattivo tempo, che decidono in base alle proprie simpatie”.

Su Wikipedia, per riassumere, ci sono poche persone che, senza dichiarare la propria identità, decidono cosa viene pubblicato e cosa no. E stando a Camisani Calzolari pare essere un problema prevalentemente italiano.

Alcuni pensano che questi moderatori siano persone che conducono una vita normale e che facciano questo lavoro di volontariato in maniera legittima, altri pensano invece che si tratti di un lavoro poco pulito e opaco, svolto da persone che fanno parte di organizzazioni non etiche. C’è un problema che per quanto ho visto vale solo per la versione italiana. La mia pagina è stata rifiutata anche da Wikipedia in inglese e ho saputo che dall’Italia hanno chiamato gli inglesi dicendo loro che non andava bene fare la mia pagina”.

Wikipedia, il nodo dell’anonimato

Wikipedia è percepito come sito affidabile e serio, è dunque legittimo chiedersi chi lo guida, cosa è vero e cosa è falso.
Come si esce, allora da questa impasse, se non esiste la possibilità di obbligare qualcuno a palesarsi, ma è sentita invece la necessità di sapere chi c’è dietro il nickname? Quale strada si potrebbe seguire?

Spesso ci si interroga sull’intelligenza artificiale e su quanto può essere pericolosa per la democrazia e non ci interroghiamo su chi decide cosa deve essere cancellato e cosa deve invece stare su Wikipedia? -si è chiesto Camisani Calzolari -. Sarebbe il caso che qualcuno facesse un’inchiesta per scoprire per lo meno chi sono gli amministratori. Potrebbe farlo una procura, l’Autorità per le comunicazioni, anche la Digos, dato che dentro Wikipedia ci sono spesso questioni politiche. Le modifiche avvengono su WIkipedia sono trasparenti, quindi è possibile risalire a chi le effettua. Io ritengo che, dato il compito che svolgono queste persone, sia un problema di rilevanza nazionale, poiché arriva a toccare l’essenza dello stato e della democrazia e della verità e della libertà di informazione. È molto importante, lancio un appello: se siete giuristi e siete esperti in materia cercate di fornire informazioni per mettere insieme quello che può essere un impianto utile a fare chiarezza”. 

Riguardo l’essere presenti su Wikipedia, Camisani Calzolari non fa una parodia della favola di Esopo e ammette che gli piacerebbe essere su Wikipedia: “ma non in questo contesto. Mi piacerebbe esserci perché coloro che nella vita hanno fatto qualcosa di bello ci sono lì. Il punto è che alla luce di quello che vedo è che oggi è bene che io non ci sia. Spesso mi paragonano a Salvatore Aranzulla, che ha sollevato questioni per la sua assenza. Gli amministratori dicono che lui non rispetta nessuna categoria. Io non ho sollevato questioni per la mia assenza, voglio far vedere cosa succede dietro. Insomma, io su Wikipedia vorrei esserci, ma in un posto che sia veramente libero”.

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