Metaverso: cosa dovrebbe essere e, invece, non è? Ne abbiamo parlato in una video intervista con il divulgatore, futurologo e attento ai temi del presente, Marco Camisani Calzolari
Il Metaverso, cosa è, cosa dovrebbe essere: per capirlo abbiamo interpellato Marco Camisani Calzolari, divulgatore del digitale, futurologo molto attento al presente, concentrato sul modo in cui la tecnologia impatta concretamente la vita delle persone, come sa bene chi segue la sua rubrica settimanale su Striscia la Notizia.
Il Metaverso è uno dei temi al centro dell’attenzione nelle ultime settimane, specie dopo la virata che ha dovuto compiere il suo maggiore sponsor, Meta, che in seguito a risultati di borsa deludenti (il titolo è calato negli ultimi mesi del 55%) ha deciso una riduzione di personale di 11mila persone (il 12%).
Anche questo brutto segnale per il destino del Metaverso, ci ha indotto da affrontare il tema con Marco Camisani Calzolari, che ha una posizione netta sul tema: «il Metaverso non esiste».
Da buon divulgatore qual è, Marco Camisani Calzolari è in grado di circostanziare bene le sue tesi e così ha fatto nella nostra video intervista, rispondendo alle nostre domande, e giungendo sempre alla stessa conclusione.
Ci siamo chiesti, cosa dovrebbe essere il Metaverso? Sbaglia chi parla, al plurale, di metaversi?
Partendo dall’inizio della storia del Metaverso, quindi dal famoso libro di Neal Stephenson del 1992, «Snowcrash», in cui fu coniato il termine, abbiamo fatto un excursus passando per le idee di Mark Zuckerberg, che dopo aver comprato Oculus nel 2014 con l’idea di dare un visore di realtà virtuale a tutti, ha trasformato Facebook in Meta, e con Marco Camisani Calzolari abbiamo affrontato tutti gli aspetti tecnologici e pratici del tema del Metaverso.
Abbiamo parlato di realtà virtuale, realtà aumentata, realtà mista, visualizzazione 3D, immersività, renderizzazione in tempo reale, sincronicità, persistenza, scalabilità, decentralizzazione, open source, interoperabilità e, soprattutto, unicità.
Caratteristiche il Metaverso dovrebbe avere in toto per essere tale, ma che non ha.
La conclusione a cui arriva Marco Camisani Calzolari, partendo da tutti questi punti è che il Metaverso, per come è stato coniato e idealizzato, e per come viene presentato oggi, non esiste.
Perché le aziende ne sono attratte? McKinsey stima che nel 2030 il valore creato nel Metaverso dà di 5mila miliardi di dollari. Aziende, venture capital e private equity, nella prima metà di quest’anno hanno investito 120 miliardi di dollari.
Il motivo di questa spasmodica attenzione da parte del mondo corporate, è la conclusione a cui arriva Marco Camisani Calzolari, è da collegare al fatto che l’innovazione tecnologica, quella vera, è in fase di stanca da un po’ di anni. E il mercato, proverbialmente, le tenta tutte, salvo poi rivedere le proprie idee, lasciando i cocci per strada.
A tal riguardo, sul tavolo del ragionamento c’è anche l’intreccio fra Metaverso e criptovalute e con tutto il mondo decentralizzato, che secondo Marco Camisani Calzolari ha attirato ancora di più le attenzioni di “venditori di fumo”.
Mettendo in guardia gli utenti dalle truffe e daIle false promesse, Camisani Calzolari si trova però a condividere il pensiero di uno dei grandi fautori del mondo cripto, quel Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, che ha detto che il Metaverso forse ci sarà, ma che nessun tentativo attualmente esistente approderà da nessuna parte.
Un’intervista tutta da ascoltare, ricca punti di vista, stimoli e idee.
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