10 cose che (forse) non sai sull’Euro

Flavia Provenzani

15/12/2015

Lo usi tutti i giorni, ma sono tante le cose che (forse) non sai sull’Euro. Ecco svelati i 10 fatti più curiosi sulla moneta unica (INFOGRAFICA).

L’Euro è la valuta ufficiale dell’Eurozona, l’area economica composta dai Paesi dell’Unione Europea che hanno deciso di aderire anche all’unione monetaria adottando la moneta unica.
Sono 300 milioni le persone che utilizzano gli Euro per i propri acquisti e investimenti. Ogni giorno utilizziamo banconote e monete di Euro, ma esiste una gran quantità di informazioni e curiosità sulla nostra moneta che in pochi conoscono.

Da quando è nato l’Euro a tutti i Paesi che lo utilizzano, dalle curiosità sul suo design ai vantaggi e svantaggi di una moneta unica, ecco le 10 cose che (forse) non sai sull’Euro.

1. Quando è entrato in vigore l’Euro?

L’Euro è stato introdotto per la prima volta l’1 gennaio 1999, ma per i 3 anni precedenti è stata una valuta “fantasma”, usata solamente per fini contabili e per pagamenti elettronici.
La moneta unica è entrata ufficialmente nelle tasche dei cittadini l’1 gennaio 2002, quando ha sostituito - ad un tasso di cambio precedentemente stabilito - le banconote e le monete delle valute nazionali come la lira italiana e il marco tedesco.

2. Quali Paesi usano l’Euro?

Ad oggi le banconote e le monete di Euro sono detenute legalmente in 19 dei 28 Stati membri dell’Unione Europea:

  • Austria
  • Belgio
  • Cipro
  • Estonia
  • Finlandia
  • Francia
  • Germania
  • Grecia
  • Irlanda
  • Italia
  • Lettonia
  • Lituania
  • Lussemburgo
  • Malta
  • Paesi Bassi
  • Portogallo
  • Slovacchia
  • Slovenia
  • Spagna

Anche i micro-stati di Andorra, Monaco, San Marino e Città del Vaticano utilizzano l’euro, sulla base di un accordo formale con la Comunità Europea. Montenegro e Kosovo utilizzano l’euro, ma senza un accordo formale.

3. Chi gestisce, stampa e conia l’Euro?

L’Euro è gestito e amministrato dalla Banca Centrale Europea e dall’Eurosystem, composto dalle banche centrali dei Paesi dell’Eurozona. In qualità di banca centrale indipendente, solamente la BCE ha la facoltà di impostare la politica monetaria, mentre le banche centrali dei Paesi dell’Eurozona hanno il compito di seguire quanto stabilito dalla Banca Centrale Europea. L’Eurosystem partecipa alla stampa, coniazione e distribuzione delle banconote e delle monete in tutti gli Stati membri, oltre che al funzionamento dei sistemi di pagamento nell’Area Euro.
Nessuna banconota mostra quale sia stata la banca centrale ad emetterla.

4. Com’è nato l’Euro?

Il Trattato di Maastricht del 1992 obbligava la maggior parte degli Stati membri dell’allora Comunità Europea (ora UE) ad adottare l’euro al verificarsi di determinati criteri di convergenza monetaria e di bilancio, anche se non tutti gli Stati hanno accettato.
Il Regno Unito e la Danimarca hanno negoziato delle esenzioni, mentre la Svezia (che ha aderito all’UE nel 1995, dopo aver firmato il Trattato di Maastricht) ha detto no all’euro in un referendum del 2003, riuscendo a non essere obbligata ad adottare la moneta unica non rispettando i requisiti monetari e di bilancio. Tutte le nazioni che hanno aderito all’UE dal 1993 si sono impegnate ad adottare l’euro a tempo debito.

L’obiettivo del Trattato di Maastricht era la creazione di un’unione economica e monetaria entro il 1999 in cui fossero coinvolti tutti gli Stati membri dell’UE.

5. Quale banconota è la più diffusa?

Secondo gli ultimi dati provenienti dal database della BCE e del Eurosystem, le banconote in circolazione alla fine di ottobre 2015 sono in totale 18 miliardi e 125 milioni, divise in:

  • banconote da 500 euro: 609 milioni (3.4%);
  • banconote da 200 euro: 205 milioni (1.1%);
  • banconote da 100 euro: 2 miliardi e 100 milioni (11.6%);
  • banconote da 50 euro: 8 miliardi e 50 milioni (44.4%);
  • banconote da 20 euro: 3 miliardi e 242 milioni (17.9%);
  • banconote da 10 euro: 2 miliardi e 210 milioni (12.2%);
  • banconote da 5 euro: 1, miliardo e 708 milioni (9.4%).

La banconota di Euro più diffusa tra tutti i Paesi dell’Eurozona è il taglio da 50 euro, seguita dalla banconota da 20 euro, 10 euro e 100 euro.
La più rara non è la banconota dal valore più alto, come si potrebbe pensare, bensì la banconota da 200 euro, che rappresenta solo l’1.1% del totale delle banconote attualmente in circolazione.

6. I ponti rappresentati su ogni banconota esistono davvero?

Nel progettare il design delle banconote di Euro, il designer austriaco Robert Kalina ha creato di proposito dei ponti “di fantasia” a rappresentare i vari tipi di stili architettonici sviluppatisi durante l’intera storia dei Paesi in Europa.
L’idea è stata spinta dalla volontà di mantenere gli elementi decorativi il più generici possibili per non mostrare alcun favoritismo nei confronti di alcuni membri dell’Eurozona.
Tuttavia, il designer olandese Robin Stam ha ribaltato la situazione, costruendo dei ponti pedonali che rappresentassero fedelmente i 7 ponti raffigurati sulle banconote di Euro, uno su ogni taglio.

7. Quanto varrebbe un Euro in Lire oggi?

Secondo i dati Istat sulle variazioni temporali del valore della moneta in Italia, dal 1861 al 2008 il valore della valuta utilizzata in Italia si è ridotto di 8.514 volte.
Secondo i coefficienti Istat, 1.000 lire nel 1861 varrebbero oggi 4.822 euro. Nel 2014, invece, le stesse 1.000 lire avrebbero un valore di 0.52 centesimi.

8. Perché non esistono le banconote da 1 o 2 euro?

Alcuni Paesi come l’Italia, la Grecia, la Slovenia e l’Austria hanno richiesto delle banconote da un taglio di sotto dei 5 euro, ma la Banca Centrale ha rifiutato l’idea perché sarebbe troppo costoso.

9. Come nasce il simbolo €?

È un omaggio alla lettera greca epsilon (ε) in onore del ruolo della Grecia come culla della civiltà occidentale. Le due barre orizzontali e parallele nella parte centrale rappresentano la stabilità della moneta.

10. Di chi sono le firme sulle banconote di Euro?

Tutte le banconote devono avere la firma del presidente della Banca Centrale Europea. Nella prima serie, le banconote stampate dopo marzo 2012 mostravano già la firma del terzo presidente della BCE in arrivo, Mario Draghi - attualmente in carica.

Le banconote stampate da novembre 2003 a marzo 2012 portano la firma di Jean Claude Trichet, il secondo presidente della BCE, successore del primo presidente Wim Duisenberg, in carica già alla prima emissione di monete e banconote e fino al 2003.

All’interno della serie di nuove banconote denominata «Europa» appare invece solo la firma dell’attuale presidente in carica, Mario Draghi.

I vantaggi e gli svantaggi dell’Euro

L’uso di una moneta unica porta con sé una serie di vantaggi per i consumatori, le imprese e i governi dei Paesi che la adottano. Anzitutto, gli stati dell’Eurozona devono mantenere le proprie finanze in armonia con i criteri di convergenza indicati dall’UE. Una moneta forte e stabile riduce il prezzo del credito, incentiva gli investimenti a lungo termine e attrae nuovi investimenti dall’estero.

La fine della necessità di cambiare valuta tra un Paese e l’altro ha permesso inoltre l’aumento delle attività economiche tra i paesi dell’Eurozona, sia nel commercio sia negli investimenti sul mercato finanziario. Anche il flusso di persone in movimento tra un Paese e l’altro e il turismo hanno registrato forti miglioramenti: grazie all’Euro è più facile per gli europei viaggiare in tutto il continente perché non è necessario cambiare il proprio denaro.

I Paesi europei con un’economia più debole e con le valute più volatili dovevano essere i principali beneficiari dell’Euro, potendo godere della vecchia stabilità del marco tedesco, il parametro dell’euro. Ma non è stato così.

Per i Paesi “periferici” dell’Eurozona è stato invece più difficile rimanere nell’ambito degli standard richiesti dall’Unione. La crisi greca del 2010, ad esempio, ha rivelato che alcuni paesi avevano un deficit di bilancio ben al di sopra dei criteri di convergenza accettati dal’UE al 3% del PIL: 13,6% in Grecia; 14,3% in Irlanda;11,2% in Spagna e del 9,4% in Portogallo.

In tempi di crisi le debolezze dell’Euro sono evidenti. Per le economie più fragili, la politica monetaria unificata può essere un ostacolo, in quanto il paese non ha l’autonomia di fissare i tassi di interesse e controllare l’apprezzamento della valuta in base alle proprie esigenze. I paesi con un’economia più forte, come la Germania e la Francia, diventano così i diretti responsabili del finanziamento degli Stati in difficoltà.

Anche se costantemente monitorata dalla Banca Centrale Europea, l’inflazione è un’altra minaccia costante per l’Euro. L’Europa è un continente con una crescita economica molto bassa crescita rispetto al resto del mondo, il che causa una pressione al ribasso sui prezzi. La popolazione invecchia, aumenta la domanda di sicurezza sociale, ma la crescita economica non accompagna le nuove esigenze.

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