La società di gestione sorprende il mercato con 600 mln di utili oltre le previsioni. Cresce il mercato estero e la vocazione fintech del gruppo. Il titolo vola a Piazza Affari
Azimut da record nel 2021. La società guidata da un trentennio da Pietro Giuliani ha alzato il velo sui conti dell’anno annunciando, in parallelo, nuovi progetti digital. Una vocazione, quella fintech, che sta trasformando la società ampliandone il raggio d’azione, con il plauso del mercato.
Tanto che il titolo è balzato del 4% all’annuncio dei numeri degli ultimi 12 mesi. Nel dettaglio, Azimut prevede di chiudere il 2021 con il miglior utile netto consolidato della storia del gruppo, compreso fra 600 e 605 milioni di euro, superiore dunque alle stime fornite nel corso dell’anno e pari a 350 - 500 milioni.
Alla fine del 2021, il patrimonio del business estero ha raggiunto il 40% del totale, e la contribuzione all’Ebitda gestionale dell’estero è stimata a circa 70 milioni di euro, nonostante il permanere di un contesto di elevata volatilità sui mercati, in particolare emergenti. Segno di quanto stia avendo successo l’internazionalizzazione del gruppo.
La raccolta netta è stata di 18,7 miliardi di euro, per un patrimonio complessivo di 83,2 miliardi, in progresso del +38% rispetto a fine 2020.
Nel solo mese di dicembre la raccolta netta è stata pari a 1,4 miliardi di euro. E a spiccare è il segmento Private Markets, che è più che raddoppiato a 4,6 miliardi grazie allo sviluppo di nuovi prodotti sia in Italia, sia negli Usa.
«Tutte le considerazioni e i discorsi fatti in passato sui costi dei nostri prodotti vengono definitivamente spazzate via dai numeri: Azimut fornisce ai suoi clienti rendimenti netti di circa l’1% all’anno superiori alla media di quelli della concorrenza», ha sottolineato il presidente Pietro Giuliani non nascondendo un po’ di malumore per le critiche ai costi di gestione e per la sottovalutazione del titolo da parte degli analisti.
Eppure, nel 2021 il rendimento netto per i clienti Azimut è stato del 6,5% verso una performance dei concorrenti del 4,9% con una differenza in un anno a vantaggio dei clienti Azimut dell’1,6%. Negli ultimi 25 anni lo stesso paragone porta a una differenza sempre a favore dei clienti Azimut dello 0,8% per ogni anno.
«Dalla nostra quotazione (luglio 2004) a oggi il titolo ha reso il 1.193% (risultando il terzo titolo della Borsa Italiana e di gran lunga il primo tra i finanziari, bancari e assicurativi) rendendo all’azionista oltre il 68% all’anno da oltre 17 anni», ha poi aggiunto Giuliani.
E chissà che in primavera le novità non finiscano qui, all’orizzonte ci potrebbe essere aria di rialzi per il dividendo. «A marzo daremo indicazioni su quello che sarà il dividendo» e Azimut «continuerà a remunerare gli azionisti anche tramite questa via».
Sempre nel 2021, il gruppo ha inoltre dato una forte spinta alle attività Fintech, come evidenziato dal recente rafforzamento della partnership con Mamacrowd, la più grande piattaforma italiana di equity crowdfunding.
Tramite lo sviluppo di queste iniziative e la crescita futura di prodotti e servizi, da un lato a supporto delle imprese, e dall’altro come elemento di diversificazione nei portafogli della clientela retail, Azimut punta a diventare un punto d’accesso privilegiato per tutte le imprese italiane che cercano credito e servizi di advisory grazie anche alla raccolta di capitali privati.
Sul fronte digital, le novità annunciate riguardano il lancio di un conto dedicato alle Pmi 100% digital in partnership con la francese Qonto e “beweese”: una app per le giovani generazioni che permette di aprire un conto, gestire investimenti, risparmi e pianificare le spese.
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