I mercati oggi iniziano gli scambi con 3 temi cruciali per gli investitori: dalle tensioni nel Mar Rosso alle mosse della Banca del Giappone fino alle aspettative sulla Fed, cosa succede?
I mercati oggi sono focalizzati su almeno 3 temi chiave, che stanno suscitando l’attenzione degli investitori.
L’oscillazione del prezzo del petrolio è balzata di nuovo in primo piano con le minacce provenienti dal Mar Rosso e dalle incursioni degli yemeniti Houthi che assaltano navi straniere. Nel contesto della guerra in Medio Oriente, le tensioni crescenti in un’area strategica per il passaggio di merci - materie prime - via mare aggravano il clima già molto insicuro.
Il Giappone è inoltre protagonista assoluto dei mercati nel dopo riunione della banca centrale, unica a mantenere ancora tassi di interesse negativi. Infine, i riflettori restano puntati su Wall Street e sulle previsioni riguardanti le mosse della Federal Reserve.
1. Pericolo Mar Rosso per il commercio
Nelle ultime settimane, i ribelli Houthi dello Yemen hanno lanciato una serie di attacchi con droni contro navi commerciali che attraversavano il Mar Rosso. Le principali compagnie di navigazione e trasportatori di petrolio e altre merci hanno sospeso il loro passaggio in quella rotta da venerdì, dopo che più di una dozzina di navi sono state attaccate dall’inizio della guerra Israele-Hamas.
Giganti del trasporto marittimo come Maersk, Hapag Lloyd, Mediterranean Shipping Company ed Evergreen hanno annunciato che dirotteranno tutti i viaggi programmati con effetto immediato. Il colosso petrolifero BP ha sospeso le spedizioni attraverso il Canale di Suez a causa del “deterioramento della sicurezza” nel Mar Rosso.
Lunedì pomeriggio, il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti ha affermato che l’America e i suoi alleati, tra cui Regno Unito, Canada, Francia e altri, hanno concordato di creare una task force navale per contrastare gli attacchi alle navi nella regione.
I prezzi europei del gas naturale sono aumentati fino al 13% nel segno più concreto dell’interruzione dei flussi energetici dall’inizio della guerra a Gaza. Martedì i futures del petrolio Brent sono stati scambiati in rialzo dopo essere saliti fino al 3,9% nella sessione precedente.
2. Giappone fermo ai tassi negativi
Nella riunione di due giorni che si è conclusa martedì, la BOJ ha mantenuto il suo obiettivo di tasso a breve termine al -0,1% e quello per il rendimento dei titoli di stato a 10 anni intorno allo 0%. Ha inoltre lasciato invariato il limite superiore per il rendimento a 10 anni all’1,0%.
Nella dichiarazione che accompagna la sua decisione, la banca centrale ha ribadito il suo impegno ad adottare “ulteriori misure di allentamento se necessario”, aggiungendo che l’incertezza riguardante l’economia “era estremamente elevata”.
Lo yen è scivolato al ribasso e i futures sulle azioni giapponesi sono balzati dopo la decisione della BOJ di rinviare la graduale eliminazione degli stimoli.
Il Giappone ha visto l’inflazione mantenersi al di sopra del 2% per oltre un anno e alcune aziende hanno segnalato la loro disponibilità a continuare ad aumentare i salari, incrementando così la possibilità di un cambiamento di politica a breve termine.
Oltre l’80% degli economisti intervistati da Reuters a novembre prevede che la BOJ metterà fine alla sua politica di tassi negativi il prossimo anno e la metà di loro stima aprile come il momento più probabile. Alcuni vedono la possibilità di un cambiamento politico a gennaio.
Tuttavia, un contesto di politica monetaria globale in forte cambiamento potrebbe complicare la decisione della BOJ, con le banche centrali statunitensi ed europee che segnalano che hanno finito di aumentare i tassi.
Aumentare i tassi nel momento in cui altre banche centrali li stanno tagliando potrebbe innescare un’impennata dello yen che danneggerebbe l’economia e i profitti dei grandi produttori, che sarebbero così scoraggiati nell’aumentare i salari, dicono alcuni analisti.
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3. Fed sotto osservazione
Lunedì il rally dei titoli del Tesoro ha preso una pausa tra gli sforzi dei funzionari della Fed per tenere a freno le aspettative di tagli dei tassi anticipati e più profondi del previsto.
Nel frattempo, Wall Street ha esteso la sua implacabile avanzata, sostenuta da un’esplosione di accordi mentre i trader hanno ampiamente ignorato i messaggi moderati dei funzionari della Fed. Il Nasdaq 100 ha esteso i guadagni chiudendo a un livello record per la seconda sessione consecutiva.
Se l’S&P 500 estenderà o meno la sua corsa rialzista fino all’ottava settimana potrebbe essere determinato dalla lettura dei dati a breve termine, tra cui gli ordini di beni durevoli, le spese per consumi personali - la misura dell’inflazione preferita dalla Fed - e la stime del Pil dell’ultimo trimestre.
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