Norvegia, Danimarca, Svezia e Regno Unito sono pronte a tornare alla normalità abolendo le restrizioni anti-Covid. Una decisione che genera domande in Italia, lontana dall’abbandonare il green pass.
Un ritorno alla normalità. Dopo oltre 550 giorni di restrizioni alcune Nazioni europee riaprono i battenti lasciando dietro di sé il Covid. È quello che sta accadendo in questi giorni in Norvegia, Danimarca, Svezia e anche nel Regno Unito.
Le foto che ci giungono da questi Paesi generano un forte contrasto con quello che sta accadendo in Italia, dove la campagna vaccinale sta dando i suoi frutti, ma si è ancora lontani dalla possibilità di abbandonare il green pass definitivamente e tornare a una vita «pre-Covid».
Se in Italia serve il green pass per poter andare a lavoro o entrare nei musei, in Norvegia viene addirittura abolito il distanziamento sociale e in molti si domandano quale tra le due sta sbagliando qualcosa.
Danimarca: primo paese a riaprire in UE
Addio a mascherine e green pass in Danimarca. Copenaghen dal 10 settembre ha abrogato definitivamente tutte le restrizioni anti-Covid. È il primo Paese europeo a tornare alla normalità grazie alla sua efficace politica di vaccinazione.
Siamo decisamente all’avanguardia in Danimarca a livello mondiale.
Sono queste le parole del giovane premier Mette Frederiksen prima di annunciare la riapertura, insistendo che non è una scelta azzardata per compiacere la popolazione, piuttosto una decisione ponderata su dati e statistiche, rivelatesi a favore della linea politica vaccinale norvegese.
Il 75% della popolazione e il 95% degli Over 65 sono stati vaccinati e i nuovi casi registrati sono decisamente positivi: solo 500, infatti, sono le persone risultate positive al Covid, con un indice di contagio appena dello 0,70%. Dati decisamente invidiabili e auspicabili nel resto d’Europa.
Il ministro della Sanità Magnus Heunicke avverte però la popolazione: il pericolo del Covid-19 non è scomparso nel nulla, ma rimane. A causa delle varianti del virus, ha spiegato il Ministro, bisogna rimanere vigili e attenti, pronti alla possibilità di ritornare in uno stato d’emergenza. L’alto numero di vaccinati però costituisce la prima barriera difensiva dalle possibili mutazioni del coronavirus.
Dunque, una riapertura consapevole con un governo pronto a tornare a una linea politica più dura e restrittiva in caso di un aumento dei contagi.
Il Regno Unito ci ripensa e riapre
Il governo di Boris Johnson ci ripensa e rinuncia all’introduzione del certificato verde anti-Covid in Inghilterra.
Non sembrerebbe essere più necessario introdurre tale norma restrittiva. Il ministro della Sanità, Sajid Javid, ha infatti sostenuto che adottare questa precauzione nel contesto dell’isola potrebbe essere una decisione superflua dato l’esito della campagna vaccinale.
La misura sarebbe dovuta essere approvata entro fine settembre, imponendo l’obbligo della certificazione, come in Italia, per poter accedere in luoghi e locali dove è previsto assembramento. La stessa Scozia ha deciso di adottare la linea italiana dal 1° ottobre.
Il ministro Javid ha osservato come altrove il green pass sia stato introdotto per incoraggiare la gente a vaccinarsi, un obiettivo raggiunto da tempo in Gran Bretagna. Oltre l’81% dell’intera popolazione Over 16 è già immunizzata con 2 dosi e il 90% con una. Bisogna però accelerare per immunizzare anche le fasce più basse della popolazione con i ragazzi tra i 16 e i 17 anni, ultimi cronologicamente a essere stati inseriti nel programma di vaccinazione.
Norvegia: abolite le ultime restrizioni
Dal 25 settembre in Norvegia si torna a una quotidianità senza misure restrittive anti-Covid, in vigore da marzo 2020. Si conclude, quindi, la quarta e ultima tappa del Paese norvegese per raggiungere il traguardo di una vita «pre-Covid». Sarà quindi possibile stringersi la mano e non rispettare il distanziamento sociale di un metro, mentre i locali notturni potranno riaprire e i ristoranti tornare alla loro piena capacità.
Ad annunciarlo ufficialmente è stata la premier conservatrice uscente Erna Solber. Dopo 561 giorni di restrizioni sarebbe giunto il momento di ritornare a una “vita normale”. A oggi, in Norvegia risulta che circa il 90,6% della popolazione abbia ricevuto almeno una dose di vaccino: in media si registrano solo 355 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, con un tasso di mortalità molto basso.
Per tali ragioni non saranno più previste quarantene e altre restrizioni per chi entrerà nel Paese dallo spazio Schengen, dal Regno Unito e dalla Svizzera. Infine, dal 1° ottobre sarà annunciata anche l’abolizione della raccomandazione di evitare i viaggi all’estero.
Le uniche restrizioni ancora vigenti riguardano l’isolamento in caso di positività al Covid e, se necessario, l’utilizzo della mascherina sui trasporti pubblici.
La Norvegia dall’inizio della pandemia ha saputo organizzare al meglio il proprio paese registrando soltanto 850 decessi su una popolazione di 5 milioni di abitanti.
Svezia riapre tra dubbi e incertezze
Dal 29 settembre anche la Svezia farà compagnia agli altri 3 Paesi per una riapertura senza restrizioni. Il lancio della campagna vaccinale è a buon punto secondo il governo svedese e per questo è pronto a rimuovere tutte le restrizioni anti-coronavirus.
Rimarranno in vigore solo le norme igieniche e il distanziamento sociale per contribuire alla battaglia contro il virus. Sembra, quindi, che si potrà raggiungere l’obiettivo di abolire le poche restrizioni introdotte nonostante la politica svedese. Infatti, dall’inizio della pandemia la Svezia non ha adottato norme coercitive generando lo sgomento dell’opinione pubblica davanti a un aumento dei casi nei mesi passati.
Riapertura in Italia? Cosa dicono i dati a confronto
Nonostante l’Italia si trovi a un buon punto con la campagna vaccinale sembra lontana dalla normalità tanto agognata dalla popolazione. Per questo è opportuno confrontare i dati e cercare di comprendere cosa non ha ancora funzionato in Italia e che ha allontanato il possibile ritorno a una quotidianità senza restrizioni.
Vediamo gli ultimi dati registrati nelle 24 precedenti.
PAESE | NUMERO DEI CASI | DECESSI | % POPOLAZIONE CON VACCINAZIONE COMPLETA |
Danimarca | 375 | 0 | 75% |
Norvegia | 519 | 0 | 70% |
Regno Unito | 29.796 | 129 | 81% |
Svezia | 766 | 8 | 63,4% |
Italia | 478 | 8 | 77,60% |
A guardare i dati si comprende che la chiave di volta per i Paesi tornati ormai a una vita senza restrizioni sia stata la campagna vaccinale. In Italia al momento ci si trova in una fase calante dei contagi, ma il green pass rimane.
Lo stesso governo ha ritenuto il certificato verde un valido strumento per poter assicurare la riuscita della campagna per i vaccini. La popolazione vaccinata infatti non risulta omogenea e circa 3 milioni di abitati della fascia over 50 non ha ancora ricevuto la prima dose.
Per tale motivo si è lontani dai risultati ottenuti dalla Norvegia e la Danimarca, quanto mai auspicabili per il resto dei Paesi europei.
Come ha voluto poi ricordare la Solber, il Coronavirus non scomparirà ma rimarrà presente e pronto con nuove varianti; per questo la Norvegia come il resto d’Europa dovranno rimanere vigili e attenti ai nuovi focolai non escludendo un ritorno a norme più restrittive.
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