David Giroux, CIO Equity and Multi-Asset di T. Rowe Price, evidenzia i quattro elementi di incertezza che saranno protagonisti nel prossimo anno: la guerra commerciale, la Brexit, le protete di Hong Kong e, come evidenziato prima, le elezioni statunitensi
Il 2019 è ormai alle porte e il 2020 si apre con i principali indici azionari sui massimi storici o annuali e numerose incertezze, le quali continuano a persistere. Il principale market mover del prossimo anno potrebbero essere le elezioni presidenziali statunitensi, ma non si deve dimenticare i numerosi fattori di incertezza che il prossimo anno erediterà da questo.
David Giroux, CIO Equity and Multi-Asset di T. Rowe Price, evidenzia i quattro elementi di incertezza che saranno protagonisti nel prossimo anno: la guerra commerciale, la Brexit, le protete di Hong Kong e, come evidenziato prima, le elezioni statunitensi.
La guerra commerciale
Per quanto concerne la guerra commerciale tra Usa e Cina, a dispetto dell’accordo di “Fase 1” raggiunto tra le due superpotenze (la firma dovrebbe arrivare a gennaio), Giroux non si attende una risoluzione del conflitto nel 2020.
Questo perché un compromesso su alcune questioni essenziali non potrebbe essere possibile. I nodi principali riguardano la tecnologia: “la Cina difficilmente farà un passo indietro su obiettivi in aree come intelligenza artificiale, robotica, veicoli elettrici e produzione domestica di semiconduttori”.
Per l’esperto, è anche difficile che i due Paesi raggiungano un accordo sul supporto statale cinese alle industrie chiave.
La Brexit
Anche se la maggioranza raggiunta da Boris Johnson alle elezioni inglesi ha dato agli investitori maggiori sicurezze, non vi sono ancora certezze relative al fatto che il pericolo di una no-deal Brexit non vi sarà.
In ogni caso, “anche se gli accordi post-Brexit potrebbero essere negativi per la crescita e per gli utili, l’approvazione di una legislazione per l’uscita dall’UE rappresenterebbe probabilmente una notizia positiva per l’azionario britannico e per la sterlina, se non altro perché ridurrebbe l’incertezza”, evidenzia il CIO Equity and Multi-Asset di T. Rowe Price.
Oltre a questo, ci sono già stati alcuni danni economici dovuti al protrarsi della questione, come gli investimenti delle imprese rimandati o l’inflazione più elevata.
Le proteste a Hong Kong
Iniziate in reazione alla proposta di legge sull’estradizione, le proteste a Hong Kong sono proseguite per richiedere riforme politiche democratiche. “Se da un lato queste turbolenze hanno avuto effetti chiaramente negativi sull’economia di Hong Kong, dall’altro è difficile distinguere l’impatto di tali questioni sulla Cina nel complesso da quello delle altre problematiche legate al commercio e alle questioni strutturali di una crescita in rallentamento. Inoltre, continua ad essere poco chiaro quali saranno i prossimi passi, se ce ne saranno, da parte di Pechino per riportare la regione all’ordine”, sottolinea David Giroux.
Le elezioni statunitensi
Concentrati sulle relazioni commerciali tra Usa e Cina, è possibile che i mercati abbiano sottostimato l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi. Giroux a tal proposito che uno dei rischi più elevati per i mercati derivi dalla presenza di un candidato che promuova una regolamentazione più stringente e una redistribuzione di reddito e benessere. “Esiste la possibilità che un simile candidato possa vincere la nomination dei Democratici”.
Nel caso in cui venisse eletto un Presidente Democratico, questo potrebbe avere difficoltà nel far approvare dal Senato un’agenda di sinistra. “Tuttavia, i potenziali cambiamenti nelle regolamentazioni portati avanti da tale amministrazione – come limiti più stringenti sul fracking di petrolio e gas – non sono ancora stati prezzati dal mercato”, chiosa l’esperto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA