4 Paesi protagonisti assoluti dei mercati globali la prossima settimana

Violetta Silvestri

04/10/2024

I riflettori si accendono su 4 Paesi la prossima settimana: quali saranno le aree geografiche più rilevanti per i mercati e perché questi Stati possono impattare sulla finanza mondiale?

4 Paesi protagonisti assoluti dei mercati globali la prossima settimana

Gli investitori si preparano alla prossima settimana guardando a 4 Paesi o aree geografiche cruciali, dalle quali possono giungere segnali importanti per la stabilità finanziaria mondiale.

Il Medio Oriente, ovviamente, è la regione più osservata al mondo in questo momento, con Israele a guidare il destino di un’area coinvolta già da un anno dall’ennesima guerra sanguinosa pronta a espandersi e a infiammare il petrolio e non solo.

Sotto la lente sono finiti anche Usa, Francia, Giappone alle prese con nodi economici e finanziari da sciogliere e che possono impattare sull’economia globale. Ecco perché questi 4 Paesi sono nel mirino dei mercati la prossima settimana.

1. Israele

Quando si parla di Medio Oriente, con la guerra in corso che sta per celebrare un anno dall’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, inevitabilmente i riflettori si accendono su Tel Aviv.

I protagonisti della regione piombata nel caos sono senza dubbio diversi, con l’Iran e il Libano sempre più pericolosamente attivi. Non ci sono solo entità statali, ma anche gruppi come Hamas e Hezbollah a rendere incerto e drammatico il conflitto. Tuttavia, non si può negare che Israele abbia le redini del gioco.

La guerra ha ucciso più di 42.000 persone, la maggior parte delle quali a Gaza, e ora si sta diffondendo. Le truppe israeliane sono ora nel vicino Libano, patria di Hezbollah sostenuto dall’Iran e quest’ultimo ha lanciato un attacco missilistico su larga scala contro Israele all’inizio di questa settimana.

I mercati globali sono rimasti sostanzialmente imperturbabili. I prezzi del petrolio, il principale canale per le scosse più lontane, sono balzati di circa l’8% questa settimana, ma la debole domanda e l’ampia offerta a livello globale hanno tenuto a freno il rally. Tuttavia, se Israele colpisse le strutture petrolifere iraniane, il greggio potrebbe schizzare e impattare sulla sicurezza energetica globale.

Le cicatrici del conflitto sono comunque visibili nell’economia di Israele, che ha subito una serie di declassamenti del rating sovrano e ha visto aumentare il tasso di insolvenza delle sue assicurazioni e diminuire quello delle sue obbligazioni.

Julie Kozack, responsabile della comunicazione del Fondo monetario internazionale, ha affermato che le stime ufficiali preliminari indicano un calo dell’86% del PIL nella prima metà del 2024 a Gaza. In Cisgiordania, le prospettive già fosche sono ulteriormente peggiorate e i dati ufficiali preliminari indicano un tonfo del 25% del PIL nella prima metà del 2024.

Gli ingredienti per un peggioramento economico dell’area ci sono tutti.

2. Stati Uniti

L’economia statunitense non è mai stata così monitorata come adesso. Dopo il primo taglio dei tassi da 50 punti base di settembre, infatti, trader e analisti sono ansiosi di capire quale sarà la prossima mossa. E, soprattutto, se la recessione può ancora tornare di attualità.

Per questo, l’indice dei prezzi al consumo Usa di settembre di giovedì prossimo sarà monitorato attentamente per individuare segnali di moderazione dell’inflazione. Gli investitori si aspettano già forti tagli ai tassi, dopo che la Fed ha avviato il suo ciclo di allentamento monetario il mese scorso.

Inoltre, gli investitori cercheranno di valutare le ricadute economiche dello sciopero dei lavoratori portuali, in occasione della riapertura dei porti della costa orientale e del Golfo degli Stati Uniti, prevista per giovedì.

Infine, la stagione degli utili del terzo trimestre negli Stati Uniti sta per entrare nel vivo, mettendo alla prova un mercato azionario prossimo ai massimi storici e scambiato a valutazioni elevate. JPMorgan Chase, Wells Fargo, BlackRock rilasceranno i loro risultati venerdì prossimo.

3. Francia

Il nuovo governo francese presenterà giovedì prossimo il suo attesissimo bilancio al Parlamento.

Il piano dovrebbe prevedere una stretta della cinghia da 60 miliardi di euro, circa il 2% del PIL, l’anno prossimo. Si stima che i tagli alla spesa e gli aumenti delle tasse dovrebbero portare il deficit, che si prevede salirà al 6,1% quest’anno nell’ultima revisione al rialzo, al 5% entro la fine del 2025. Anche la data per raggiungere il limite del deficit del 3% della zona euro è stata posticipata dal 2027 al 2029.

Si tratta di una cattiva notizia, proprio in vista delle revisioni delle valutazioni da parte di Fitch, che inizieranno venerdì prossimo. I mercati non sono impressionati. Dopo essersi leggermente allentato, il premio extra che la Francia paga per il suo debito decennale rispetto alla Germania è tornato ad allargarsi a poco meno di 80 bps, vicino al suo massimo da agosto.

In definitiva, ciò che potrebbe avere più importanza è se il Primo Ministro Michel Barnier riuscirà ad approvare il bilancio, dato il Parlamento diviso e gli investitori si chiedono quanto durerà il suo Governo.

4. Giappone

Più che il Giappone, osservato speciale sarà lo yen.

Lo yen è scivolato fino a 147,15 rispetto al dollaro USA dopo che il primo ministro Ishiba ha detto ai giornalisti che l’attuale clima economico non richiede un ulteriore aumento dei tassi. La valuta ha registrato il suo più grande calo giornaliero da giugno 2022 durante la sessione.

“Non credo che ci troviamo in un contesto che ci costringerebbe ad aumentare ulteriormente i tassi di interesse”, ha detto Ishiba mercoledì scorso dopo l’incontro con il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda , che guida il comitato di definizione dei tassi presso la banca. I commenti del primo ministro hanno segnato un drastico cambiamento di tono rispetto ai messaggi della sua recente campagna elettorale.

La BoJ dovrebbe rivedere i tassi di interesse il 30-31 ottobre, quando fornirà anche previsioni trimestrali aggiornate per la crescita e i prezzi. Un altro incontro è previsto per dicembre.

Ken Matsumoto, stratega macro presso Crédit Agricole CIB, ha affermato che i mercati si aspettavano che la BOJ aumentasse di nuovo il tasso di riferimento alla prossima riunione di ottobre, con le prospettive economiche e di inflazione in carreggiata. Ma l’annuncio di Ishiba di lunedì per le elezioni generali previste per il 27 ottobre (che decideranno quale partito avrà il controllo della camera bassa del parlamento) ha cambiato tutto.

Ecco perché anche il Giappone è diventato protagonista assoluto dell’economia globale, probabile catalizzatore di instabilità.

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