La maggior parte delle banche mondiali non sopravvivrà alla prossima recessione. La ricerca che fa tremare
Come reagiranno le banche alla prossima recessione?
Male secondo una recente ricerca condotta dalla società di consulenza McKinsey, che ha dipinto un quadro decisamente pessimistico.
Stando a quanto emerso, il 60% delle banche globali non riuscirà a sopravvivere alla prossima recessione e rischierà letteralmente di collassare per diversi ordini di motivi. Non tutto però sarà perduto e prepararsi alla discesa sarà comunque possibile.
Banche e recessione: cosa aspettarsi?
Stando all’inquietante rapporto di 58 pagine pubblicato qualche giorno fa, a oggi più della metà degli istituti di credito di tutto il mondo è ancora troppo debole. Il 60% delle banche globali d’altronde non sta generando rendimenti azionari e rischia di crollare.
“Un rallentamento economico prolungato con tassi di interesse bassi o addirittura negativi potrebbe provocare ulteriore caos”,
si legge nel testo.
Si pensi soltanto all’Eurozona, dove la BCE ha ulteriormente tagliato i tassi sui depositi dal -0,4% al -0,5% rendendo più oneroso per le banche detenere denaro nell’istituto centrale. Da qui la scelta (già confermata da istituti quali UniCredit) di scaricare il costo dei tassi negativi sui correntisti.
Chira Barua, co-autrice del report, ha ribadito che una frenata importante dell’economia mondiale, dunque una recessione, potrebbe rivelarsi catastrofica per tutte quelle banche che non saranno in grado di reinventarsi.
Come limitare i rischi?
Ad oggi le banche stanno fronteggiando non soltanto le conseguenze derivanti dai tassi di interesse ai minimi storici, ma anche una concorrenza sempre crescente. Si pensi soltanto ad aziende quali Apple o Revolut che si sono pian piano inserite nel settore.
Secondo lo studio, gli istituti potrebbero riuscire a fronteggiare in maniera più solida la prossima recessione adottando dei semplici comportamenti, magari dando più spazio ai sistemi di gestione del rischio basati sull’intelligenza artificiale, puntando sull’analisi dei dati e sull’identificazione di basi di clienti unitarie.
© RIPRODUZIONE RISERVATA