AT&T ha concordato un pagamento di 60 milioni di dollari per risolvere una causa con la Federal Trade Commission, che aveva come oggetto il piano ’dati illimitati’ offerto dalla compagnia, considerato “fuorviante”
AT&T pagherà 60 milioni di dollari per mettere la parola fine alla causa con la Federal Trade Commission, che ha preso il via dal piano dati illimitati offerto dalla compagnia e rivelatosi “fuorviante”, come segnalato nei reclami di centinaia di migliaia di utenti.
Secondo le accuse, AT&T avrebbe indotto in errore oltre 3,5 milioni di clienti, che sulla carta avevano un piano tariffario che prevedeva una navigazione senza limiti, ma di fatto constatavano una notevole riduzione della velocità di connessione una volta superata una determinata soglia.
L’accordo, annunciato solo nella giornata di ieri, risolve una diatriba avviata nel lontano 2014, sulla base di un illecito portato avanti - era questa l’accusa, non priva di elementi a supporto - in maniera deliberata dall’azienda, che rallentava la velocità di connessione ai clienti con piano ’illimitato’ nel 2011.
AT&T paga 60 milioni di dollari per informazioni fuorvianti
Il rallentamento ha reso difficile la navigazione sul web o l’esecuzione di altre funzioni a un elevatissimo numero di utenti, quantificabili secondo la Federal Trade Commission in almeno 3,5 milioni.
In alcuni casi, ha ridotto la velocità dei dati di quasi il 90%, con il risultato di un servizio praticamente inutilizzabile. La limitazione è stata presumibilmente avviata per i clienti che hanno raggiunto la soglia dei 2 gigabyte dati nel periodo di fatturazione.
In una dichiarazione rilasciata alla CNN, un portavoce di AT&T ha dichiarato che quanto accaduto deriva solo da una volontà di tutelare l’interesse dei consumatori:
“Anche se sono passati anni da quando abbiamo applicato questo strumento di gestione della rete descritto dalla Federal Trade Commission, riteniamo che tutto fosse nel pieno interesse dei consumatori”.
La cifra concordata - pari a 60 milioni di dollari - servirà a procedere all’emissione dei rimborsi ai clienti interessati dal disservizio, ovvero tutti quelli che hanno sottoscritto il piano ’dati illimitati’ prima del 2011, senza che gli stessi presentino nessun reclamo.
Quasi allo stesso modo del caso italiano dei 28 giorni di fatturazione, quelli che sono ancora utenti AT&T riceveranno uno sconto sulle loro attuali fatture, mentre gli ex utenti riceveranno un assegno. Nel 2015, la Federal Communications Commission aveva multato AT&T per 100 milioni di dollari, sulla scia delle stesse accuse riguardanti piani tariffari con dati illimitati, che tali non si rivelavano in realtà.
In base a questo nuovo accordo, AT&T non potrà più presentare offerte sponsorizzate come ’dati senza limiti’ o etichette simili senza rivelare in maniera chiara le restrizioni connesse al piano. Qualsiasi divulgazione dovrà essere nitida, immediatamente rilevabile per i clienti, non nascosta in caratteri minuscoli o leggibile solo accedendo a link che rimandano a pagine terze.
Secondo quanto segnalato in un comunicato stampa dal direttore dell’Ufficio per la tutela dei consumatori della FTC, Andrew Smith, AT&T ha promesso dati illimitati “senza qualifiche o dettagli su eventuali restrizioni, ma non ha mantenuto le promesse”.
Simili limitazioni hanno rappresentato un grosso problema nel settore delle telecomunicazioni, considerato che gli smartphone sono diventati onnipresenti e l’utilizzo delle connessioni ai dati mobili, per le più svariate necessità, è aumentato in maniera esponenziale.
A luglio del 2014, Verizon ha subìto critiche identiche da parte della FCC, per limitazione delle connessioni di un elevato numero di clienti.
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