Accordo Bpm-Banco Popolare: le trattative accelerano, soluzione entro fine mese

Flavia Provenzani

4 Febbraio 2016 - 10:13

Accordo Bpm e Banco popolare: l’obiettivo a chiudere a fine febbraio. Tensioni per definire la governance, il tetto di diritto al voto e i concambi.

Accordo Bpm-Banco Popolare: le trattative accelerano, soluzione entro fine mese

Accelerano le trattative sull’accordo Bpm e Banco Popolare, l’obiettivo secondo gli ad è chiudere entro la fine di febbraio.

Le trattative per accordi e fusioni delle banche popolari italiane non sembrano essere apprezzate dal mercato, con i titoli del comparto bancario che continuano a crollare.
Su questo sfondo accelerano comunque le trattative alla ricerca di un accordo finale tra Bpm, ovvero la popolare di Milano, e Banco Popolare.

Non mancano gli ostacoli sulla via dell’accordo tra i numeri uno delle due popolari, Pierfrancesco Saviotti di Banco Popolare e Giuseppe Castagna di Bpm, ma le ultime notizie stimano il raggiungimento di un accordo entro la fine di febbraio.

Accordo Bpm-Banco Popolare: l’ostacoli numero uno

Vari aspetti fondamentali sono in fase di discussione tra gli advisor della fusione - tra i quali si contano per Bpm Citi Group e Lazard e per Banco Popolare Mediobanca, Merrill Lynch, Colombo - e gli avvocati.

La problematica numero uno che deve ancora essere affrontata è la composizione della governance.

Bpm vorrebbe un consiglio composto da 16 membri, 8 per ciascuna banca, ma è ancora da definire un aspetto fondamentale: il tetto di diritto al voto e le partite dei concambi.
Banco Popolare preferirebbe un diritto al voto al lungo termine, mentre Bpm preferisce una maggiore flessibilità.

Altro fattore critico è la discussione sui concambi, nello specifico su quale orizzonte temporale prendere in considerazione.

La valutazione attuale delle due popolari parla di un valore di 3,2 rispettivamente sia per Bpm che per Banco Popolare - ma la perdita negli ultimi 6 mesi è stata drammatica. La prima ha perso il 31% del suo valore, la seconda ben il 49%.

Mps esclusa, attende un “marito adeguato”

Rimane esclusa dai giochi Montepaschi, dopo le voci che potesse realizzarsi una fusione con Banco Posta di Poste Italiane.
Su Mps pesano i crediti deteriorati e, come ha riferito ieri l’amministratore delegato delle banca, per Monte dei Paschi di Siena è necessario un «marito adeguato», che non sembra essere né Bpm né Banco Popolare.

Un’altra grande esclusa nel risiko delle popolari è Ubi; ad ostacolarla c’è la necessità di un forte aumento di capitale per permetterle di avere una dimensione adeguata che permetti un accordo per una fusione o aggregazione.

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