Al via il Jobs act: ecco la riforma del lavoro in 5 punti

Stefania Manservigi

8 Marzo 2015 - 11:41

Dopo la pubblicazione dei decreti attuativi, parte il Jobs act, la riforma del lavoro disegnata dal governo Renzi. Eccola in 5 punti.

Al via il Jobs act: ecco la riforma del lavoro in 5 punti

Al via il Jobs act, la riforma del lavoro disegnata dal Governo Renzi. Slittata di qualche giorno la sua entrata in vigore, la pubblicazione in Gazzetta dei primi decreti attuativi della riforma ha sancito il via libera all’applicazione delle nuove regole nel tentativo di risollevare il mercato del lavoro italiano dall’impasse in cui versa.
Da ora, dunque, saranno possibili le assunzioni a tempo indeterminato grazie al sistema delle tutele crescenti. Ma non solo. Il Jobs act, infatti, oltre a proporre un nuovo schema contrattuale che incentivi le aziende ad assumere, introduce diverse novità. Vediamole riassunte in 5 punti.

1) Contratto a tutele crescenti.
La novità più importante, come visto, è sicuramente l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti. Con tale schema contrattuale viene sancito il superamento dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Per i neo assunti con questa nuova forma contrattuale, dunque, il reintegro nel posto di lavoro è previsto solo nei casi di licenziamento nullo e discriminatorio oppure nel caso di licenziamento per motivi disciplinari qualora il giudice stabilisca che il fatto contestato non sussista.
Negli altri casi di licenziamento, invece, l’indennizzo riconosciuto al lavoratore è di tipo economico: un indennizzo crescente con l’anzianità di servizio ( 2 mensilità ogni anno di servizio con un minimo di 4 e un massimo di 24 mensilità).
Per le piccole imprese, invece, permangono le regole attuali.

2) Licenziamenti collettivi.
Il sistema dell’indennizzo economico viene applicato anche nel caso di licenziamenti collettivi qualora si verificasse la violazione delle procedure e dei criteri di scelta dei lavoratori da licenziare. Anche in questo caso permangono gli stessi limiti minimi e massimi per quanto riguarda le mensilità.

3) Nuovo sistema di ammortizzatori sociali
Sul piano degli ammortizzatori sociali, dal 1° maggio arriva la Naspi (Nuova prestazione di assicurazione sociale per l’impiego). Il sussidio verrà erogato ai lavoratori che perderanno il lavoro e avranno alle spalle almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni. La durata massima dell’erogazione del sussidio sale a 24 mesi per il 2015 e il 2016, 6 mesi in più rispetto alla durata dell’Aspi e della mini Aspi. Il sussidio è commisurato alla retribuzione, non può in ogni caso superare i 1.300 mensili, e dopo i primi 4 mesi diminuisce del 3% ogni mese.
Il lavoratore che vorrà usufruire della Naspi, inoltre, dovrà partecipare a iniziative di attivazione professionale e di riqualificazione professionale pena la mancata erogazione del sussidio.

4) Dis-coll
In attesa dell’entrata in vigore totale della riforma, che prevede l’abolizione di determinate fattispecie contrattuali, nel 2015 troverà applicazione in via sperimentale il Dis-coll, l’ammortizzatore sociale ideato per i collaboratori coordinati e continuativi e i collaboratori a progetto che perderanno il lavoro.
Le condizioni per poter richiedere il sussidio sono l’avere tre mesi di occupazione alle spalle nel periodo che va dal 1° gennaio dell’anno precedente la disoccupazione e la partecipazione, anche in questo caso, a iniziative di attivazione professionale e di riqualificazione.
La durata dell’erogazione del sussidio è di un massimo di 6 mesi.

5) Asdi
Un’ulteriore aiuto economico viene poi previsto per quei lavoratori che, perso il lavoro ed avendo terminato il periodo di erogazione della Naspi, non abbiano trovato un altro lavoro e si trovino in condizione economica di bisogno.
In particolare, ad usufruire di questo ulteriore sussidio, sono i lavoratori prossimi al pensionamento che ancora non hanno maturato tutti i requisiti per andare in pensione e i lavoratori con minori a carico.
La portata del sussidio è pari al 75% dell’assegno Naspi per una durata massima di 6 mesi.

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