L’avvocato Alfonso Bonafede è stato confermato nel ruolo di ministro della Giustizia nel governo Conte bis: la biografia, lo stipendio e le dichiarazioni dei redditi del Guardasigilli.
Alfonso Bonafede è il confermato ministro della Giustizia. Dopo la caduta del governo gialloverde, l’esponente pentastellato è stato confermato come Guardasigilli anche nel Conte bis.
Fedelissimo di Luigi Di Maio e volto storico del Movimento 5 Stelle, con il governo del cambiamento Bonafede ha fatto approvare la riforma della Giustizia.
Se lo chiamano “Mr Wolf”, riprendendo il celebre personaggio interpretato da Harvey Keitel in Pulp Fiction, un motivo ci sarà. Infatti, quando in casa Movimento 5 Stelle c’è da gestire una situazione scomoda, chi viene mandato davanti alle telecamere è sempre lui: Alfonso Bonafede.
A seguito delle accuse a lui rivolte dal pm Nino Di Matteo sulla mancata nomina al Dap, oltre che per le polemiche sulle scarcerazioni dei boss, il 20 maggio sono state presentate nei suoi confronti due mozioni di sfiducia entrambe respinte.
Decisa a riguardo è stata la scelta di Italia Viva di votare contro le mozioni salvando di conseguenza anche il governo, ma nel suo intervento in Aula Matteo Renzi non ha risparmiato critiche al Guardasgilli.
Alfonso Bonafede: cosa ha fatto come ministro della Giustizia
Durante lo scorso mandato ministeriale Bonafede si è occupato di realizzare la riforma per il contrasto alla corruzione, contenente modifiche in tema di inasprimento delle pene, del potenziamento dei mezzi di indagine e di Daspo per i condannati. Il testo inoltre sospende la prescrizione dopo una sentenza di 1° grado in caso di condanna o assoluzione. La legge viene approvata in via definitiva a fine 2018.
Insieme a Giulia Bongiorno, ministro della Pubblica Amministrazione del primo governo Conte, si occupa anche del disegno di legge Codice Rosso per il contrasto alla violenza su donne e minori.
Nel corso del primo mandato Bonafede si dedica anche alla stesura dei testi di riforma dei riti processuali civile e penale, e si vede approvare la legge che estende la possibilità di intraprendere class action e quella che esclude l’opzione giudizio abbreviato ai delitti puniti con l’ergastolo.
A inizio 2019 il ministro è coinvolto in un’aspra polemica per aver pubblicato sui social network il video dell’arresto di Cesare Battista, vicenda per cui viene indagato per abuso d’ufficio insieme a Matteo Salvini con l’accusa di non aver tutelato la dignità della persona arrestata violando la legge. La procura di Roma ha poi chiesto l’archiviazione del caso per mancanza di dolo.
Alfonso Bonafede: biografia e CV del ministro della Giustizia
Classe 1976, Alfonso Bonafede dopo un’infanzia vissuta a Mazara del Vallo si trasferisce - nel 1995 - a Firenze dove frequenta la Facoltà di Giurisprudenza.
Dopo essersi laureato - con il voto di 105/110 - continua a collaborare con l’Università di Firenze come cultore della materia di Diritto Privato dopodiché si trasferisce alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa dove consegue il titolo di Dottore della Ricerca.
Esercita la professione forense dal 2006, quando iscritto all’albo del Foro di Firenze apre uno studio autonomo.
È nello stesso anno che inizia la sua carriera politica; nel 2006, infatti, entra nel meet-up di Firenze “Amici di Beppe Grillo” e da lì ha inizio il suo percorso che lo porterà fino alla Camera dei Deputati e forse anche negli uffici di Via Arenula, luogo in cui ha sede il Palazzo Piacentini (sede del Ministero della Giustizia).
Come anticipato Alfonso Bonafede entra a far parte del M5S fin dagli albori; dopo tre anni nel meet-up fiorentino, infatti, Bonafede si candida alle amministrative del 2009 come Sindaco per la Lista Civica Beppegrillo.it (il M5S non era ancora nato come forza politica nazionale) ottenendo l’1,82% dei voti (Renzi nel primo turno ne ottenne il 47,6%, vincendo poi il ballottaggio contro Giovanni Galli con il 60% dei voti).
L’occasione per salire alla ribalta arriva nel 2013, quando Bonafede viene candidato come capolista alla Camera dei Deputati per il Movimento 5 Stelle risultando il più votato nella circoscrizione Toscana (227 voti su 1.300). Entrato a far parte della Camera dei Deputati, Bonafede ha ricoperto anche il ruolo di Vicepresidente della Commissione Giustizia.
Lo stipendio e i guadagni
Alfonso Bonafede è al suo secondo mandato in Parlamento. Riconfermato alla Camera, con la sua nomina a ministro della Giustizia per effetto di una norma introdotta dal governo Letta non riceve un doppio stipendio ma soltanto quello da deputato.
Attualmente i deputati hanno diritto a un’indennità lorda di 11.703 euro. Al netto sono 5.346,54 euro mensili più una diaria di 3.503,11 e un rimborso per spese di mandato pari a 3.690 euro. Ad essi si aggiungono 1.200 euro annui di rimborsi telefonici e da 3.323,70 fino a 3.995,10 euro ogni tre mesi per i trasporti.
C’è da dire che Alfonso Bonafede, come tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle, ogni mese si decurta parte del suo stipendio da destinare poi a un fondo per il microcredito. Stando al sito Tirendiconto, finora ha restituito 317.129,02 euro.
Per quanto riguarda invece la situazione patrimoniale, nella dichiarazione dei redditi 2019 che si riferisce al 2018 come periodo di imposta, il ministro ha dichiarato un reddito complessivo pari a 162.820 euro.
Una cifra questa inferiore alla dichiarazione del 2018, quindi riferibile al 2017 quando ancora non era ministro ma sempre deputato, visto che il reddito complessivo del Guardasigilli ammontava a 169.047 euro.
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