Allarme PFAS negli alimenti e non solo: dove sono e perché fanno male alla salute

Giorgia Bonamoneta

13/07/2021

Gli alimenti che mangiano non sono poi così sani. Se si compra cibo confezionato il rischio è di finire avvelenati da sostanze chimiche cancerogene. Cosa sono le PFAS e perché fanno male?

Allarme PFAS negli alimenti e non solo: dove sono e perché fanno male alla salute

Sta aumentando l’attenzione nei confronti dei PFAS, una classe di composti chimici di origine sintetica presente in moltissimi prodotti per contenere alimenti o nei cosmetici. Non si sono tutti svegliati appassionati di chimica, l’attenzione verso la sostanza è dovuta a una non trascurabile coincidenza con l’aumento di patologie gravi.

L’EPA (agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) ha studiato a lungo la sostanza e il modo in cui sembra essere presente in moltissimi prodotti, specie animali e nelle acque potabili.

Ad aprile si è svolto in Veneto il più grande processo contro crimini ambientali d’Italia. L’accusa rivolta all’industria chimica Miteni è di aver volontariamente avvelenato le acque di metà Regione (350 mila persone) con Pfas. Quello che emerge è che serve una regolamentazione più stringente.

Ma cosa sono PFAS e PFOS?

Legambiente descrive le PFAS come “sostanze perfluoroalchiliche” che vengono “utilizzati in campo industriale per la loro capacità di rendere i prodotti impermeabili all’acqua e ai grassi”. L’origine di questa sostanza va fatta risalire al 1949, quando l’azienda 3M iniziò a produrre POSF e i suoi derivati da sfruttare come isolante. Viene utilizzato ancora oggi per rendere certi materiali resistenti a grasso, olio e acqua, come nei tappeti, nei tessuti, ma anche nelle schiume antincendio e per l’industria aerospaziale.

La Food and Drug Administration (FDA) approvò nel 1983 l’uso di queste sostanze per l’imballaggio alimentare. Nelle ultime ricerche è emerso che attraverso l’uso di questi imballaggi gli alimenti sono entrati a contatto con la sostanza e l’hanno contaminata. Una volta introdotta nel nostro corpo la sostanza chimica non viene digerite velocemente e rimane a lungo nel nostro sistema, accumulandosi nel tempo e sviluppato patologie varie.

EPA: dove trovare le PFAS?

Leggere della presenza di sostanze cancerogene in quasi tutti i prodotti in uso cosa provoca nel lettore? Ansia e inquietudine sono comprensibili. Per questo l’EPA ha rilasciato l’elenco dei prodotti e dei casi nei quali è possibile trovare PFAS. Ecco la lista:

  • alimenti confezionati in materiali contenenti PFAS, lavorati con apparecchiature che utilizzavano PFAS o coltivati ​​in terreno o acqua contaminati da PFAS;
  • prodotti per la casa commerciali, inclusi tessuti antimacchia e idrorepellenti, prodotti antiaderenti, lucidanti, cere, vernici, prodotti per la pulizia e schiume antincendio (una delle principali fonti di contaminazione delle acque sotterranee negli aeroporti e nelle basi militari dove l’addestramento antincendio si verifica);
  • luogo di lavoro, compresi gli impianti di produzione o le industrie (ad es. cromatura, produzione elettronica o recupero dell’olio) che utilizzano PFAS;
  • acqua potabile, tipicamente localizzata e associata a una struttura specifica (ad es. produttore, discarica, impianto di trattamento delle acque reflue, struttura di addestramento per vigili del fuoco);
  • organismi viventi, inclusi pesci, animali e umani, in cui i PFAS hanno la capacità di accumularsi e persistere nel tempo.

Tutto ciò non avviene solo in America, dove anzi si sta cercando di diminuirne l’uso, ma in tutto il mondo. L’Europa non è da meno e prevede grazie a delle deroghe l’uso della sostanza, per quanto limitato.

Cosa comporta l’assunzione di PFAS?

Le PFAS sono state ritrovate davvero ovunque, dal sangue umano alle falde acquifere. In America oggi sono vietate perché altamente tossiche per l’ambiente e le persone, ma non ovunque è così. È stato infatti possibile ricondurre l’incidenza di determinati tumori alla presenza di PFAS nell’organismo e questo studio ha spinto l’agenzia ha cambiare idea.

Le PFAS si accumulano nel tempo, come abbiamo già detto, causando ingenti danni all’organismo. L’EPA, nel suo report sulla situazione di avvelenamento ambientale, ha affermato che: “Ci sono prove che l’esposizione a PFAS può portare a esiti negativi per la salute negli esseri umani”.

Ma cosa possono causare? Servono ancora diversi anni di studio per avere una risposta più esaustiva, intanto possiamo riportare quello che l’EPA ha scoperto nell’ultimo periodo. Le PFAS possono comportare:

  • basso peso alla nascita del neonato;
  • effetti sul sistema immunitario;
  • cancro;
  • e interruzione dell’ormone tiroideo.

Una maggior consapevolezza sui danni ambientali e sulla salute possono cambiare davvero le cose. Esistono alternative meno rischiose di questa e renderli accessibili a tutti dovrebbe essere una necessità. In gioco ci sono le vite di molte specie, non solo la nostra.

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