È allarme rosso per almeno 85 Comuni siciliani ormai in default per dissesto finanziario o per pre-dissesto. Più tasse e meno servizi, chi rischia di più sono i cittadini.
Numerosi Comuni siciliani rischiano di non garantire ai propri cittadini alcuni servizi fondamentali. A finire in dissesto finanziario, o pre-dissesto, sono stati ben 85 Comuni su 391, inclusi i tre maggiori centri abitativi: a settembre Palermo ha aperto la procedura di pre-dissesto e dovrà a breve presentare il piano di riequilibrio, mentre Messina sarà in pre-dissesto almeno fino al prossimo anno, infine Catania è in default dal 2018.
In una situazione simile, chi rischia maggiormente sono i cittadini: da un giorno all’altro questi potrebbero ritrovarsi senza alcuni servizi basilari come il ritiro dell’immondizia. Secondo l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), l’unica via d’uscita potrebbe essere un aiuto diretto dello Stato.
Comuni senza fondi: come si è arrivati a questo punto?
Al momento in Sicilia sono 42 i Comuni ed ex Province in default e 43 i Comuni che sono alle prese con un piano di riequilibrio; il numero, però, sembra sia destinato a crescere.
Le cause che si trovano dietro al dissesto finanziario degli 85 Comuni sono molteplici. La prima consiste nel crollo dei trasferimenti da Stato a Regione.
Secondo Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci in Sicilia, i Comuni si sono trovati a dover fare i conti con il venir meno delle risorse finanziarie. Se prima, alla formazione delle giunte, ci si trovava di fronte alla disponibilità di risorse da destinare alle varie deleghe, ora l’operazione è quella inversa: il Comune è costretto a tagliare per poter coprire la falla nel sistema. In questo modo le amministrazioni devono cercare un modo per far fronte alla crisi quotidiana.
La seconda causa del dissesto finanziario è altrettanto grave: il problema delle riscossioni. Infatti, i Comuni si trovano a doversi confrontare con un’evasione fiscale quasi del 50%. A Milazzo, uno dei Comuni in default, addirittura si attestano riscossioni ordinarie intorno al 30%.
A questo si aggiunge un ulteriore problema che i sindaci devono affrontare. Davanti a questa situazione i Comuni, per riparare il buco nel bilancio, non possono far altro che alzare le tasse al massimo consentito dalla legge, generando così un forte malcontento tra i cittadini.
Comuni senza fondi: cosa rischiano i cittadini
In una situazione in cui i Comuni si trovano in dissesto o pre-dissesto finanziario chi rischia maggiormente sono gli stessi cittadini che potrebbero in pochi giorni trovarsi senza alcuni servizi.
A spiegare meglio la situazione è stata ancora una volta l’Anci. Infatti, secondo l’associazione, nei piccoli e grandi centri le amministrazioni potrebbero non riuscire a garantire il riscaldamento nelle scuole. Non solo. I Comuni potrebbero trovarsi in difficoltà anche solo a pagare la manutenzione ordinaria, lasciando le strade dissestate. Alcuni centri della Sicilia occidentale addirittura farebbero fatica a garantire alcuni servizi essenziali come l’assistenza ai disabili o la raccolta dell’immondizia.
Situazione che non solo provoca malumore tra i cittadini ma fa venir meno la fiducia di questi nei confronti del proprio Comune. Caso esemplare è quello di Palermo: la città si trova a dover gestire un debito di 651 milioni, di cui 81 da saldare entro il 2021. Le fermate degli autobus sono affollate e i sindacati dell’Amat hanno minacciato il prefetto di fermare i mezzi, poiché il Comune non ha ancora erogato gli stipendi di settembre.
Comuni senza fondi: l’aiuto dello Stato
L’unica via d’uscita potrebbe essere un aiuto dal Governo. A chiederlo sono gli stessi sindaci, sia quelli uscenti che i potenziali candidati rivali. A Palermo il sindaco uscente Leoluca Orlando si scaglia contro la Regione: se in Sicilia solo una cinquantina di Comuni su 391 riesce a chiudere i bilanci è colpa della Regione che ha costretto le amministrazioni a rinunciare ai fondi perequativi.
I Comuni sono vittime della speciale autonomia siciliana, con la Regione che aveva assicurato che ci avrebbe pensato da sé e invece li ha lasciati a secco.
Sono queste le dure parole di Orlando. Secondo l’Anci e il sindaco uscente la società Riscossione Sicilia avrebbe messo in ginocchio l’intera Regione, per questo Orlando ha presentato un esposto alla Corte dei conti e uno alla procura. L’unica speranza sembra quindi l’Agenzia delle Entrate che ha sostituito la precedente società, la domanda ora è se questa da sola potrà risolvere il problema delle riscossioni.
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