Allarme mucca pazza, confermati nuovi casi: i rischi per l’Italia

Martino Grassi

16/09/2021

In Brasile, uno dei principali esportatori al mondo di carne bovina, sono stati confermati due casi di mucca pazza che hanno messo in allarme vari Paesi nel mondo: ci sono rischi per l’Italia?

Allarme mucca pazza, confermati nuovi casi: i rischi per l’Italia

Torna la paura in alcuni Paesi del mondo dopo la conferma di due nuovi casi di mucca pazza identificati per la prima volta a inizio settembre in Brasile, uno dei principali esportatori di carne bovina del mondo, tanto che diversi Stati hanno deciso di sospendere le importazioni di carne Brasiliana o comunque di limitarla.

Sebbene al momento in Italia non sia stato segnalato alcun caso di contaminazione va comunque precisato che anche il nostro Paese acquista carne di bovino dal Brasile, tanto da essere il principale compratore europeo. Ma vediamo cosa è successo e quali sono i rischi.

Allarme mucca pazza: confermati due casi in Brasile

All’inizio del mese di settembre in Brasile si sono verificati due casi di encefalopatia spongiforme bovina (BSE) atipica, conosciuta anche come mucca pazza e in diversi Paesi del mondo è scattato l’allarme, primo fra tutti in Cina, che ha deciso di interrompere momentaneamente le importazioni.

La conferma dei due casi arriva dopo l’invio di alcuni campioni di carne all’Organizzazione mondiale della sanità animale (OIE) ad Alberta, in Canada. La preoccupazione è stata generata dal fatto che il Brasile è il principale esportatore di carne bovina al mondo e il ricordo dei contagi dei primi anni duemila è ancora vivo nella memoria di molti. Il morbo della mucca pazza è una malattia neurologica progressiva tipica dei bovini che causa una degenerazione permanente dell’encefalo che nel corso del tempo perde le sue funzionalità. Questa patologia può essere trasmessa anche all’uomo solo in caso di ingestione di carne infetta causando alcuni sintomi dopo il periodo di incubazione, tra cui:

  • depressione, ansia e disturbi da astinenza;
  • perdita della coordinazione motoria:
  • demenza;
  • contrazione involontaria dei muscoli;
  • disturbi sensoriali.

I rischi per l’Italia

Al momento il nostro Paese non sembra correre particolari rischi, quanto meno per quanto riguarda la produzione interna di carne, dato che, come ha precisato Coldiretti, dalla scoperta del primo caso in Italia sono state “adottate drastiche misure di prevenzione che hanno portato da oltre un decennio alla scomparsa della Bse dalle stalle nazionali, come il monitoraggio di tutti gli animali macellati di età a rischio, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame e l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare”.

Il Brasile tuttavia è il principale esportatore di carne di bovino al mondo e nel 2020 è stato raggiunto un record di 2.016 milioni di tonnellate di carne vendute all’estero, principalmente in Cina, responsabile del 58,6% del volume esportato.Tra i Paesi dell’Europa, l’Italia è il principale importatore di carne bovina brasiliana, che ne acquista 1 milione di tonnellate, come riporta Il Fatto Quotidiano, per trasformarlo poi in prodotti che alimentano ristoranti, mense, hotel e catering.

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