In Alto Adige è partito lo screening di massa riservato, in maniera volontaria e gratuita, a tutti i cittadini oltre i 5 anni: l’obiettivo è quello di effettuare 350.000 tamponi entro domenica, ma il virologo Crisanti non ha risparmiato critiche.
Il rischio è quello di “restare in lockdown fino a febbraio”. Non ha usato mezze parole Thomas Widmann, assessore alla Sanità in Alto Adige nell’illustrare lo screening di massa partito nella Provincia autonoma.
Lo scorso 8 novembre, anticipando quella che sarebbe stata una decisione del Ministero della Salute, l’Alto Adige ha scelto di auto inserirsi in zona rossa visto il forte aumento dei casi di Covid riscontrati.
Nelle ultime 24 ore nella Provincia autonoma sono state registrate 696 nuove positività a fronte di 3.041 tamponi effettuati, mentre 13 sono state le persone decedute con i ricoverati in terapia intensiva che al momento sono 39.
Numeri pesanti che hanno portato alla scelta di effettuare questo screening di massa, con la governance altoatesina che ha stanziato 3,5 milioni con l’obiettivo di effettuare 350.000 tamponi rapidi entro domenica.
In Alto Adige tamponi per tutti: i dubbi di Crisanti
Sono 184 i presidi già operativi nel territorio per effettuare un test rapido a tutti i cittadini con un’età superiore ai 5 anni. Il tampone è gratuito e l’adesione volontaria, anche se la giunta ha caldamente invitato la popolazione a sottoporsi allo screening.
In quest’ottica i primi dati sarebbero positivi: subito si sono registrate circa 60.000 prenotazioni, con la cronaca che parla di lunghe file a Bolzano per effettuare il test rapido.
“Lo screening di massa - ha spiegato l’assessore Thomas Widmann - probabilmente è l’ultima chance per riprendere il controllo dell’andamento epidemiologico in Alto Adige e localizzare gli asintomatici e avere un quadro della reale situazione”.
Una “caccia all’asintomatico” un po’ come avvenuto a inizio pandemia a Vò Euganeo, ma Andrea Crisanti l’ideatore di quel piano che ha funzionato in Veneto durante la prima ondata non ha risparmiato critiche nei confronti della scelta fatta dall’Alto Adige.
“È potenzialmente uno spreco di soldi perché questo tipo di tampone ha di fatto un problema di sensibilità, perde cioè circa il 30% dei positivi - ha spiegato Crisanti - gli screening di massa, perché siano efficaci nel contrasto alla diffusione del Covid, vanno ripetuti una volta a settimana per almeno due o tre volte”.
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