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Amazon e Google sotto inchiesta per non aver rimosso recensioni false

Marco Ciotola

27/06/2021

I due colossi tech nel mirino dell’Authority britannica: potrebbero aver violato la legge sulla protezione dei consumatori

Amazon e Google sotto inchiesta per non aver rimosso recensioni false

Amazon e Google sono sotto inchiesta per non aver rimosso le recensioni false sui prodotti in vendita dai loro rispettivi portali.

È quanto emerge da un report della CNN, secondo cui l’Authority britannica di settore sta indagando su una possibile violazione della legge sulla protezione dei consumatori da parte dei due colossi tech.

Entrambi infatti potrebbero non aver fatto abbastanza per proteggere gli acquirenti da recensioni di prodotti false.

Si tratta comunque solo dell’ultima di una serie di indagini che vedono i giganti tech di tutto il mondo nel mirino dell’Antitrust, mentre funzionari e responsabili politici spingono sempre di più per punire anche a livello legislativo nei vari Paesi comportamenti anticoncorrenziali e clausole fiscali.

Amazon e Google sotto inchiesta per non aver rimosso recensioni false

L’inchiesta potrebbe comportare multe salate, e aumentare ancora di più la pressione su aziende che comprendono, tra gli altri, anche colossi come Facebook e Apple, cambiando per sempre i loro modelli di business.

È stata in particolare l’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA) ad annunciare la sua indagine formale, che si basa su alcune fasi preliminari di accertamenti avviate lo scorso maggio.

Qualora le due compagnie venissero ritenute in parte responsabili per non aver fatto abbastanza al fine di rimuovere le false recensioni, potrebbe variare sensibilmente in futuro il modo in cui gestiscono le opinioni sui prodotti venduti, e costituire un precedente normativo cruciale:

“La nostra preoccupazione è che milioni di acquirenti online possano essere fuorviati leggendo recensioni false e quindi spendano i loro soldi in base a simili raccomandazioni”,

ha dichiarato l’amministratore delegato di CMA Andrea Coscelli.

All’inizio di quest’anno un’associazione di consumatori del Regno Unito aveva scoperto un collettivo di aziende coinvolte in un giro di vicendevoli e ripetute recensioni false, che gli permetteva di generare guadagni per milioni di dollari.

In particolare, è emerso come una delle società interessate contasse ben 62.000 revisori, di cui 20.000 con sede nel Regno Unito, e vendeva recensioni singole per prezzi che andavano dai 13 ai 18 dollari, o in pacchetti che partivano da 620 dollari per 50 recensioni.

Di fronte a quella scoperta, Google replicò evidenziando i loro sforzi di correttezza, offrendo collaborazione ad Authority, gruppi di consumatori e istituzioni:

“Le nostre rigide politiche stabiliscono chiaramente che le recensioni devono essere basate su esperienze reali e, quando rileviamo violazioni delle norme, agiamo, dalla rimozione di contenuti offensivi alla disattivazione degli account utente”,

era la dichiarazione arrivata dai vertici di Mountain View.

A quanto pare però l’impegno dei due colossi è stato messo in dubbio dalla Autorità britannica per la concorrenza e i mercati, che ha in parallelo avviato un’indagine separata su Facebook per lo stesso problema.

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