La società italiana si prepara al delisting dopo l’Opa totalitaria lanciata (e conclusa) da Hitachi.
Il 30 gennaio prossimo Ansaldo lascerà Piazza Affari. Da quella data, infatti, avrà efficacia la procedura congiunta avviata da Hitachi Rail Italia Investments per portare a termine l’obbligo d’acquisto delle restanti azioni ordinarie ancora non in possesso dei nipponici.
Borsa Italiana, a seguito dell’operazione, ha disposto che il titolo della società italiana sia sospeso dalla quotazione e dalla negoziazione nelle sedute del 28 e 29 gennaio 2019, mentre la revoca sarà efficace dal 30 gennaio.
La procedura
Si tratta di un addio annunciato quello di Ansaldo, che fa seguito alla chiusura della procedura congiunta avviata da Hitachi per assolvere all’obbligo di acquisto delle restanti 17.584.681 azioni ordinarie corrispondenti all’8,792% del capitale sociale dell’italiana.
Secondo quanto comunicato da Banca Imi, che ha svolto il ruolo di Intermediario, ad oggi sono state presentate richieste di vendita per 9.375.479 azioni pari al 4,688% di Ansaldo e corrispondenti al 53,316% delle azioni ordinarie oggetto della procedura.
Va segnalato, inoltre, che nel periodo di presentazione delle richieste di vendita - che ha avuto inizio il 17 dicembre 2018 - i giapponesi hanno acquistato al di fuori della procedura ulteriori 6.521.528 azioni, pari al 3,261% del capitale, tramite Intermonte Sim.
Dunque, tenuto conto delle azioni portate in adesione alla procedura e di quelle acquisite al di fuori, Hitachi si ritroverà in possesso di 198.312.326 azioni ordinarie della quotata italiana, pari al 99,156% del capitale.
Via da Piazza Affari
La partecipazione di Hitachi in Ansaldi risulta, dunque, ampiamente superiore al 95%, fattore che, in base al prospetto, porterà il gruppo nipponico a esercitare il diritto di acquisto delle azioni residue che sono 1.687.644 corrispondenti allo 0,844% del capitale.
La procedura, ha comunicato Hitachi nelle ultime ore, avrà efficacia il prossimo 30 gennaio, data in cui le azioni di Ansaldo, come disposto da Borsa Italiana, verranno revocate, dopo la sospensione dalla quotazione e dalle negoziazioni nei due giorni immediatamente precedenti.
Hitachi pagherà 12,70 euro ad azione per un esborso complessivo di circa 21,4 milioni di euro, corrispettivo che sarà pagato il prossimo 25 gennaio 2019.
I passi precedenti
Ansaldo era passata sotto il controllo di Hitachi nel 2015 quando i giapponesi acquisirono il 51% del capitale sociale. Circa tre anni dopo, nell’ottobre scorso, il gruppo nipponico ha comunicato di aver raggiunto un accordo con il fondo americano Elliot per comprare il pacchetto di azioni detenuto da quest’ultimo, corrispondente a una quota del 32%, pagando un corrispettivo di 12,70 euro ad azione, per un valore complessivo di circa 807 milioni di euro.
In quell’occasione Hitachi annunciò l’Opa totalitaria sulle restanti azioni allo stesso prezzo che si è conclusa il 18 gennaio, con l’acquisto di circa 9 milioni di azioni per un controvalore di 119 milioni di euro. Aggiungendo le azioni comprate nello stesso periodo ma in trattative separate, Hitachi è arrivata alla partecipazione del 99,156%, che gli dà diritto di acquisto per la quota restante.
© RIPRODUZIONE RISERVATA