App Immuni, test in 4 Regioni ma c’è già confusione

Mario D’Angelo

08/06/2020

La Regione Marche invia delle disposizioni per far disattivare Immuni all’interno degli ospedali

App Immuni, test in 4 Regioni ma c’è già confusione

Inizia da oggi la sperimentazione dell’app Immuni in quattro Regioni italiane, ma sembra già che in alcuni territori le disposizioni per il suo utilizzo siano diverse. La Regione Marche, infatti, avrebbe chiesto agli ospedali di far disattivare agli operatori sanitari il Bluetooth durante le ore lavorative.

Immuni, parte la sperimentazione in 4 Regioni

Sono già 2 milioni i cittadini che hanno scaricato Immuni, l’app sviluppata da Bending Spoons scelta dal governo italiano per il tracciamento dei contatti. L’obiettivo di individuare e prevenire nuovi focolai potrà essere però raggiunto a patto che la maggior parte dei cittadini e delle cittadine la scarichino e che, ovviamente, la usino.

L’app è disponibile al download da qualche giorno, e oggi, lunedì 8 giugno, sono iniziati i test in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Intervenuto a Mezz’ora in più su Rai 3, il commissario Domenico Arcuri ha parlato di uno “strumento molto utile”, perché “il tracciamento è una componente essenziale per questa fase”. Al momento l’hanno scaricata circa 2 milioni di italiani.

Immuni, negli ospedali si registrano falsi contatti?

La Regione Marche, però, ha già riscontrato un problema. Con una mail riservata alle Direzioni sanitarie che Fanpage.it ha potuto visionare, infatti, l’ente locale ha detto di “dare indicazioni agli operatori sanitari di disattivare il Bluetooth durante l’orario di lavoro al fine di evitare segnalazioni di falsi contatti”.

Immuni sfrutta la tecnologia Bluetooth Low Energy, versione del Bluetooth che consuma meno batteria. Quando due smartphone con installata l’app e il Bluetooth attivo si incontrano, si scambiano i due codici identificativi unici e, se uno dei due possessori risulta in seguito positivo alla COVID-19, l’altro riceve una notifica di esposizione al coronavirus.

Senza il Bluetooth, insomma, Immuni non funziona. Ma mantenere l’applicazione attiva all’interno di un ospedale - secondo le Marche - significherebbe registrare dei falsi contatti. La misurazione della distanza, come evidenziato più volte da diversi esperti, è infatti il punto debole del Bluetooth, tecnologia ideata per essere utilizzata “da fermi”.

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