Armani, effetto pandemia sui conti: nel 2020 ricavi crollati del 25%

Pierandrea Ferrari

26 Luglio 2021 - 12:23

La griffe milanese Armani ha pubblicato ieri i conti relativi al 2020 e al primo semestre 2021.

Armani, effetto pandemia sui conti: nel 2020 ricavi crollati del 25%

Nel comunicato diffuso ieri – che non fa accenno alla possibilità di una partnership con Exor, ipotesi che filtra da tempo sulla stampa nazionale – la griffe milanese Armani ha diffuso i risultati finanziari del 2020 e del primo semestre 2021. Conti che si prestano ad una doppia lettura: da una parte il crollo dei ricavi dello scorso anno, frutto delle restrizioni anti-Covid che hanno fiaccato l’intero comparto moda, dall’altra il rimbalzo degli ultimi due trimestri, che ha portato Giorgio Armani a dirsi “particolarmente ottimista” sul futuro del brand.

Armani svela i conti del 2020 e del primo semestre 2021

Nel dettaglio, per quanto riguarda lo scorso anno, la posizione finanziaria netta di Armani si è attestata a quota 950 milioni di euro, segnando un calo del 24% sul 2019, mentre il patrimonio consolidato netto si è allineato al risultato dell’anno precedente, 2,01 miliardi. Ebitda consolidato a 263 milioni, Ebit in rosso di 29 milioni. Ma a pesare è soprattutto il dato sui ricavi netti, scesi a 1,6 miliardi dopo una flessione del 25%, a fronte di un utile netto quantificato in 90 milioni.

Il calo, spiega Armani, “si è fortemente concentrato nel primo semestre dell’anno. Già nel secondo semestre 2020, infatti, i ricavi netti evidenziano un netto recupero, nonostante le nuove ondate di contagi e l’intensificarsi dello stato di emergenza in Europa che hanno contraddistinto l’ultimo trimestre 2020”. Trend positivo che si è consolidato nel primo semestre del nuovo anno, con i ricavi netti a cambi correnti che hanno centrato un +34% rispetto allo spesso periodo del 2020, grazie soprattutto alla ripresa del mercato cinese e di quello statunitense, e in un secondo momento di quello europeo.

Armani sui livelli pre-pandemia entro il 2022

Ora, sulla scia dei risultati dei primi due trimestri dell’anno in corso, Armani si attende per i prossimi esercizi una redditivitàdecisamente migliore”, in assenza di “non auspicabili diffuse chiusure generalizzate del retail nel secondo semestre, dovute al Covid”. Più in generale, l’obiettivo della griffe milanese è di tornare sui livelli pre-pandemia entro il 2022, “con oltre 4 miliardi di fatturato indotto e oltre 2 miliardi di fatturato diretto”, come precisato dal fondatore e amministratore delegato del Gruppo Giorgio Armani.

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