Assegni al nucleo familiare: attenzione alle coppie di genitori non sposati. Cosa cambia tra conviventi e non ai fini della domanda.
Per quanto riguarda la richiesta degli assegni al nucleo familiare (conosciuti ai più, impropriamente, come assegni familiari) è importante chiarire cosa cambia, e soprattutto come funziona, per le coppie di genitori non sposati, sia se conviventi che non.
La normativa riguardante la percezione degli assegni al nucleo familiare, infatti, è molto differente da quella prevista per la generalità dei bonus famiglia per i quali va richiesto l’Isee.
Mentre nell’Isee, infatti, il genitore non sposato va sempre indicato quando convivente, o comunque considerato come componente aggregato, per gli assegni al nucleo familiare non è così. Per le coppie di genitori non sposati, infatti, ci sono dei vantaggi da considerare.
Assegno al nucleo familiare per le coppie di genitori non sposati ma conviventi
Per quanto riguarda gli ANF, assegni al nucleo familiare, bisogna distinguere la situazione tra genitori non sposati e conviventi e genitori non sposati ma conviventi.
Partiamo dal primo caso, ossia quello della coppia di genitori che pur convivendo nella stessa residenza non risulta essere sposata. Questi nell’Isee verrebbero considerati nello stesso nucleo familiare, ma per gli assegni al nucleo familiare non è così.
Ai fini degli ANF, infatti, il nucleo familiare si considera composto solamente da:
- richiedente, il quale deve essere lavoratore dipendente o titolare di pensione;
- coniuge o parte di unione civile (anche se non convivente, l’importante è che non sia effettivamente separato o sciolto da unione civile);
- figli ed equiparati con meno di 18 anni;
- figli ed equiparati maggiorenni ma con inabilità assoluta e permanente (eccetto il caso in cui questi siano coniugati);
- figli maggiorenni entro i 21 anni, ma solo quando si parla di nuclei con almeno quattro figli di età inferiore ai 26 anni.
Per essere considerati nello stesso nucleo familiare, dunque, non basta avere un figlio in comune ed essere conviventi. Fanno parte dello stesso nucleo, infatti, solamente il coniuge o al massimo l’altra parte dell’unione civile e non devono essere intercorse cause di separazioni o divorzio.
I conviventi non si considerano e questo vale per tutti. E dal momento che ai fini del calcolo dell’importo degli assegni al nucleo familiare si considerano tutti i redditi dei componenti del nucleo, chi non è sposato ha il vantaggio di poterli richiedere indicando solamente il reddito di uno dei genitori.
In questo modo, basta far fare la richiesta degli assegni al nucleo familiare al genitore con il reddito da lavoro dipendente più basso, così da avere diritto a un importo maggiore (ovviamente vale nel caso in cui entrambi i genitori si trovano nella condizione di poter fare la domanda).
Si ricorda, comunque, che la domanda per gli ANF può essere presentata da uno solo dei genitori.
Assegni al nucleo familiare per i genitori non sposati e non conviventi
Discorso differente nel caso in cui i genitori oltre a non essere sposati non sono neppure conviventi. La regola vuole, infatti, che debba essere il genitore con cui i figli convivono a presentare domanda per gli assegni al nucleo familiare.
Ma cosa succede nel caso in cui questo si trovi nella condizione di non poterli richiedere (non avendo, ad esempio, un lavoro)? La normativa tutela queste persone, consentendo loro comunque di fare domanda per gli ANF ma sulla posizione dell’altro genitore.
Esempio: la madre, con cui i figli convivono, non lavora mentre il padre (non convivente sì). Ebbene, il padre dovrà compilare il modulo ANF/DIP, allegandovi il modulo ANF/FN che invece deve essere compilato dalla madre indicando la composizione del nucleo familiare ed eventuali redditi percepiti.
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