Alla vedova titolare della pensione di reversibilità può essere riconosciuto un ulteriore sostegno mensile. Si chiama assegno di vedovanza, ecco come funziona e quanto spetta.
Grazie all’assegno di vedovanza è possibile beneficiare di un incremento della pensione di reversibilità.
Quando si parla di assegno di vedovanza si è nell’ambito dei cosiddetti assegni al nucleo familiare, ossia di quel sostegno alle famiglie titolari di un rapporto di lavoro dipendente o titolari di pensione che abbiano redditi inferiori alla soglia annualmente stabilita dall’Inps.
A differenza degli assegni al nucleo familiare, però, con l’assegno di vedovanza è possibile beneficiare di un sostegno anche solo per se stesso, senza quindi la necessità che ci siano dei familiari a carico. Nel dettaglio, questo vale per coloro che sono titolari di pensione ai superstiti indiretta di reversibilità e che soddisfano determinati requisiti.
Si tratta, quindi, di un piccolo sostegno economico - di circa 600 euro annui - che si va ad aggiungere all’importo riconosciuto a titolo di pensione di reversibilità (o indiretta, a seconda dei casi). Per questo motivo è importante capire a chi spetta, a quali condizioni e soprattutto quali sono gli importi riconosciuti.
ASSEGNO DI VEDOVANZA
Assegno di vedovanza: a chi spetta?
Come anticipato, condizione necessaria affinché si possa valutare il possesso degli altri requisiti previsti per il riconoscimento dell’assegno di vedovanza è che il richiedente sia titolare di pensione di reversibilità o indiretta.
A tal proposito, la sentenza della Corte di Cassazione n.7668 pronunciata nel lontano 1996 ha riconosciuto il diritto a questo assegno anche al coniuge superstite, anche in assenza di altri contitolari della reversibilità, a patto che questo soddisfi i seguenti requisiti:
- sia titolare di una pensione ai superstiti da lavoro dipendente, sia nel settore privato che nel pubblico. Sono esclusi, invece, i titolari di una pensione di reversibilità da lavoro autonomo (SR, SoArt, Socom);
- essere inabili al lavoro. Su questo punto serve fare una precisazione: solitamente per il riconoscimento di questa condizione è necessaria una valutazione da parte dei sanitari dell’Inps. Tuttavia, qualora il titolare della pensione di reversibilità sia già in possesso dei verbali delle Commissioni d’invalidità civile con riconoscimento dell’indennità di accompagnamento, questo sarà esonerato dalla visita sanitaria dell’Inps;
- possedere i redditi inferiori al limite annualmente determinato.
Al possesso contestuale di questi requisiti è possibile godere dunque di un assegno mensile, erogato per tredici mensilità, che si aggiunge all’importo della pensione di reversibilità. Va detto che questo non rientra nell’importo della stessa, quindi non viene compreso in eventuali tagli effettuati sulla pensione di reversibilità.
Assegno di vedovanza: quanto spetta?
Come anticipato, per avere diritto all’assegno di vedovanza bisogna avere un reddito annuo inferiore al limite annualmente determinato. Per il 2021 è importante che il reddito non superi i 32.148,88€; sopra di questa soglia non spetta alcun assegno. Se invece il reddito è inferiore a questa soglia, ma comunque superiore a 28.659,49€, l’assegno di vedovanza spetta ma in misura molto ridotta.
Queste sono le soglie in vigore per tutto il 2021, anno in cui gli importi sono:
- 52,91€ al mese per i redditi inferiori a 28.659,42€;
- 19,59€ al mese per i redditi superiori a questa soglia ma inferiori a 32.148,87€.
Come anticipato, il suddetto importo si aggiunge alla reversibilità e viene erogato per tredici mensilità.
Assegno di vedovanza: come fare domanda
Presentare la domanda è molto semplice e non ci sono differenze rispetto alle altre prestazioni assistenziali erogate dall’Inps. La richiesta va fatta:
- utilizzando i servizi web dell’Istituto;
- tramite il contact center accessibile chiamando il numero 803 164, gratuito da rete fissa, o il numero 06 164 164, a pagamento da rete mobile;
- rivolgendosi a un patronato.
La domanda, in ogni caso, deve essere corredata dell’idonea documentazione che dimostri il diritto al supplemento e nello specifico, quindi, si dovrà allegare alla richiesta:
- la dichiarazione che certifichi il reddito complessivo
- l’autocertificazione della composizione del nucleo familiare
- autodichiarazione con la data in cui si è rimasti vedovi
- la categoria ed il numero della pensione di reversibilità (che ricordiamo deve essere derivante da lavoro dipendente, sia pubblico che privato) sulla quale si richiede il supplemento
- documento d’identità e codice fiscale.
Si può fare domanda direttamente al momento in cui si richiede la pensione di reversibilità o indiretta, o comunque successivamente. Per chi presenta domanda tardivamente, ma comunque ne soddisfava i requisiti anche in precedenza, vi è la possibilità di richiedere gli arretrati per un periodo di massimo cinque anni.
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