AstraZeneca ha annunciato il dimezzamento della fornitura all’Europa del 14 aprile, mentre l’Ema sarebbe pronta a sospendere la somministrazione agli under 60 (forse solo alle donne). In Italia, la campagna vaccinale potrebbe così rallentare ulteriormente.
L’Europa ha un serio problema con AstraZeneca, ma il sentimento è più di irritazione che di preoccupazione. Nelle ore in cui si attende il “verdetto” dell’Ema, che potrebbe limitare l’uso del vaccino solo agli over 60, l’azienda anglo-svedese ha annunciato il dimezzamento della fornitura di metà aprile destinata a Bruxelles.
Dopo i tagli del primo trimestre, la musica così non sembrerebbe essere cambiata nel secondo, con l’Italia che il prossimo 14 aprile riceverà 175.000 dosi del vaccino di Oxford invece delle 340.000 pattuite.
Il tutto mentre dall’India, Paese che ha introdotto un blocco nell’export dei vaccini per dare la precedenza ai propri cittadini, sono comunque in uscita 5 milioni di dosi dallo stabilimento del Serum Institute, che produce per conto di AstraZeneca, destinate al Regno Unito.
Questi nuovi tagli, che comunque dovrebbero essere compensati nelle successive forniture, uniti ai possibili limiti che l’Ema si starebbe apprestando a suggerire, potrebbe provocare in Italia un ulteriore rallentamento di una campagna vaccinale al momento ancora con il freno a mano tirato.
AstraZeneca mette in difficoltà l’Italia
Le uniche buone notizie per l’Italia che arrivano dal fronte del vaccino anti-Covid sono quelle relative a Pfizer. Il colosso americano, dopo dei ritardi iniziali, nelle ultime settimane sta rispettando con estrema puntualità ogni consegna.
Per il resto c’è poco da sorridere. Il vaccino di Moderna continua ad arrivare con il contagocce, con la metà delle dosi rimaste in magazzino per i richiami, mentre Johnson & Johnson ad aprile dovrebbe fornire solo 500.000 dosi, anche se in questo caso bisogna considerare che il siero non necessita di richiamo.
Il tasto dolente senza dubbio è però quello di AstraZeneca. Ormai i ritardi dell’azienda anglo-svedese quasi non fanno più notizia, con le limitazioni in arrivo che potrebbero ulteriormente complicare le cose.
Se aprile doveva essere il mese per il cambio di passo nella campagna vaccinale in Italia, fonti governative già stanno spostando l’asticella a maggio: se tutto dovesse andare bene, arriveranno in totale in questo mese 8 milioni di dosi, ma per fare 500.000 somministrazioni al giorno ne servirebbero il doppio.
Fino a quando non ci sarà veramente una accelerata sui vaccini, sarà difficile vedere allentare le attuali misure restrittive in atto, il tutto mentre gli scontri di Roma ci hanno fatto capire che la questione sociale appare essere una sorta di “bomba” pronta a deflagrare in ogni momento.
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