Nel secondo giorno di aumento del capitale il titolo MPS registra un crollo così consistente da determinare il blocco del titolo per eccesso di ribasso: le cause e i consigli degli analisti finanziari.
La seconda giornata di aumento del capitale di MPS ha segnato l’ennesimo tracollo delle azioni dell’istituto di credito senese che sono state nuovamente sospese per eccesso di ribasso; stesso andamento negativo è stato registrato nelle contrattazioni dei diritti di opzione (l’apertura di oggi è comunque positiva con il titolo Mps che sale del 2% circa e diritti ancora in calo dell’1,5% circa).
Per quanto riguarda il titolo, dopo il boom del primo giorno di aumento del capitale (giornata di Lunedì 25), ieri le azioni MPS hanno registrato un calo di quasi il 17% con volumi scambiati in linea con quelli delle ultime cinque sedute, anche se molto più elevati di quelli dell’ultimo mese. Stesso andamento è stato registrato per i diritti il cui valore ha registrato una flessione del 9,28%, attestandosi a 5,57 euro, al momento della chiusura di ieri.
Le cause del crollo in borsa
Perché gli azionisti vendono? E’ questa la domanda che molti si fanno e che continua a gettare gran parte degli operatori finanziari nell’incertezza, dopo l’esploit della giornata di apertura dell’operazione di aumento di capitale.
L’incertezza è però un elemento connaturato non solo alla stessa operazione di aumento di capitale ma anche a tutto il futuro dell’istituto di credito senese dal momento che sono le scelte dei grandi attori in gioco ad aver determinato questo scenario.
Da un lato ci sono le scelte degli azionisti legati dal Patto del 9%, in particolare Fondazione Monte dei Paschi di Siena e BTG Pactual che hanno deciso di ridurre la propria partecipazione al capitale di MPS, mettendo in campo loro stessi un’azione di vendita delle azioni.
Dall’altro lato anche la BCE, con il presidente Mario Draghi, pur avendo apprezzato l’operazione di aumento di capitale, ha rilevato come tale operazione non sia di per sé sufficiente a risollevare le sorti del Monte e sia sempre più necessaria un’operazione di fusione o di aggregazione.
Infine, gli stessi operatori finanziari che agiscono sul mercato sembra stiano usando, più o meno consapevolmente, le posizioni di Fondazione, BTG e BCE per alimentare una sorta di approccio negativo sul futuro del Monte dei Paschi.
Mentre quella della fusione rimane solo un’ipotesi in campo, per ora di non semplice attuazione, è opportuno osservare a quelle che sono le posizioni degli analisti finanziari, soprattutto per comprendere quale può essere la strategia migliore da adottare.
I consigli degli analisti finanziari: mantenere le azioni
La giornata di ieri oltre al crollo delle azioni in borsa è stata caratterizzata anche da una sostanziale revisione dei giudizi degli analisti finanziari su Monte dei Paschi di Siena. La tendenza generale è stata però comune; il rating dei principali operatori finanziari è, infatti, rimasto inalterato a hold e il target price è stato riveduto al rialzo.
In altri termini le maggiori società di intermediazione finanziaria consigliano di non vendere le azioni (e i diritti di opzione) di Monte dei Paschi ma di mantenerle (hold) nel proprio portafogli, aspettando ancora prima di cederle sul mercato. Aspettare, ancora, quindi, finché il prezzo obiettivo (target price) non sarà salito rispetto alle quotazioni raggiunte ieri (prezzo di chiusura di ieri delle azioni = 1,783 euro).
Ecco nello specifico, le indicazioni rilasciate:
- Société Générale = prezzo obiettivo fissato a 2,1 euro e rating hold inalterato;
- Equita Sim = target price a 2 euro e rating hold inalterato;
- Banca Imi = prezzo obiettivo fissato a 2,6 euro e rating hold inalterato;
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