Oggi con questo articolo, siamo andati a capire cosa potrebbe succedere se acquistiamo un barile di petrolio fisico. Se inesperti potremmo sovvenzionare l’ISIS.
Avete mai provato ad acquistare un barile di petrolio fisico? Questa persona ci ha provato, ma vi consiglio di leggere questa storia fino alla fine per scoprire cosa gli è successo.
«Non comprare un barile di petrolio»
gli ha detto il broker.
Questo incontro fortuito tra lui e il suo broker è avvenuto in un bar nel centro di New York, ma non è stato il modo e la risposta che aveva sperato.
Questa persona, dopo aver pensato a lungo un piano per cercare di acquistare un barile di greggio, ora stava ricevendo una lezione deludente e severa sui pericoli dei solfuri di idrogeno. Il petrolio può essere il re delle merci, ma la sua forma fisica è difficile da trovare per un investitore al dettaglio. Avrebbe anche scoperto successivamente che è praticamente inutile nella sua forma grezza ed è anche altamente tossico e di cattivo odore.
Se raccolto in quantità sufficiente, probabilmente cercherà di ucciderti, o almeno danneggiarti gravemente la salute.
La storia di come è arrivato a possedere il petrolio fisico inizia alla fine del 2008, quando le ricadute della crisi finanziaria hanno spinto il mercato del greggio in una situazione di grave-contango (cioè il prezzo del petrolio per consegna futura era superiore al prezzo previsto di immediata consegna).
Mentre il contango è lo stato usuale e persistente nella curva dei future sul petrolio, questa particolare versione «super» ha contribuito a creare le condizioni ideali per creare un «onnipotente» commercio di stoccaggio di petrolio.
Come? Il tutto è molto semplice, quelli con la capacità di spostare e immagazzinare petrolio greggio potrebbero fare un penny semplicemente acquistando la roba a buon mercato, riporlo, e venderlo per un prezzo più alto in una data successiva.
Molti di loro hanno fatto così e, per un periodo di tempo, questi soggetti sono stati soprannominati gli «squali».
Anche il Daily Mail urlò allo scandalo:
«Gli squali al largo della costa britannica: le petroliere rifiutano di scaricare fino a quando i prezzi non aumenteranno cosicché da mantenere i costi del carburante alle stelle».
Anche questa persona che ha provato ad acquistare un barile di petrolio ha provato ad essere uno squalo. Il piano era stato ideato con alcuni ex-colleghi, i quali a loro volta cercavano di procurarsi un barile di petrolio e conservarlo, tutto ovviamente nel nome della sperimentazione giornalistica.
Alla fine, le loro capacità organizzative si sono dimostrate carenti, e la ripresa dei prezzi del petrolio hanno portato il super-contengo a una cosa del passato. Abbandonarono l’idea fino a quando un incontro casuale in un winebar rilanciò il piano architettato anni fà. Visto che il super-contango era finito da tempo, la curva dei future del petrolio era ancora in pendenza verso l’alto. I profitti, seppur scarsi, erano ancora lì per essere presi.
Ma la frase: «Non comprare un barile di petrolio», il broker glielo ha ripetuto dopo che aveva esposto il suo ragionamento, declinando (il broker) l’offerta della sua attività con spietata finalità. Ovviamente questa persona annuì con aria saggia (ma solo per poco).
Infatti, qualche tempo dopo, organizzò un viaggio sullo stretto dii Arthur Kill, dove risiede il petrolio greggio mescolato e affinato per diventare cose meravigliose come nylon e pelle sintetica. A poche miglia a sud della Statua della Libertà, c’è un intero mondo industriale galleggiante: petroliere arrugginite scivolano oltre le torri di raffreddamento e chiazze di petrolio di generatori di energia scaricano prodotti petrolchimici in mare.
Una volta acquistato la cosa più difficile, come racconta questa persona, è stata trovare un acquirente. Il commercio di stoccaggio ideale funziona in questo modo: acquistare il greggio e subito decidere di consegnarlo in un secondo momento, bloccando in tal modo la differenza tra i prezzi spot e i future per ciò che è, in teoria, un profitto privo di rischio.
A questa persona però non gli interessava di venderlo a distanza di tempo, ma subito. Chiese aiuto ad un consulente, il quale gli chiese un rapporto di analisi completo da parte di un ispettore e un certificato di originalità. Tutto quello che aveva invece era una fattura della FedEx, anche se aveva assicurato che non si sarebbe mai sognato di «spacciare» petrolio.
La risposta da parte del consulente non si fece attendere: «Questo bene non è Bakken ma olio curdo, sotto stretto embargo. Complimenti [per] il sostegno all’ISIS».
Oltre al danno anche la beffa, visto che il consulente lo ha informato che la bottiglia di vetro valeva più dell’olio al suo interno.
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