Azioni Banco Popolare in forte discesa, segue Bpm: a rischio l’accordo sulla fusione. Milano prepara tutto per il rientro di Andrea Bonomi. Nuova lettera dalla BCE.
Le azioni di Banco Popolare chiudono con un teorico -14.19% la sessione odierna alla Borsa Italiana, mentre il titolo Bpm cede il 5.56%; le ultime notizie parlano di un possibile salto dell’accordo sulla fusione con Bpm, Banca Popolare di Milano.
Le azioni Bpm e Banco Popolare sottoperformano l’indice Ftse Mib, che conclude la sessione a -0.60%. Preso di mira l’intero comparto bancario italiano.
Crescono le pressioni per riportare Andrea Bonomi in Banca Popolare di Milano come presidente del Consiglio di Sorveglianza nell’eventualità che l’accordo tra le due popolari salti.
Secondo fonti Radiocor, già questa sera Giuseppe Castagna di Bmp incontrerà a Milano gli advisor della Bpm, Citi e Lazard per in confronto sull’accordo di fusione con Banco Popolare, a seguito delle nuove comunicazioni della Bce di mercoledì sera attraverso una lettera.
La Banca Centrale Europea torna a chiedere a Saviotti (Banco Popolare) e Castagna (Bpm) che a fine fusione tra le due popolari vengano rispettati alcuni requisiti patrimoniali molto rigidi. Non mancano le indicazioni sulla governance. I crediti in sofferenza continuano ad essere sotto la lente.
Accordo Banco Popolare-Bmp: azioni in rosso, possibile salto fusione
In prospettiva di un fallimento della fusione tra Bpm e Banco Popolare, la prima si starebbe preparando al rinnovo del Cds di aprile.
Le azioni delle due banche soffrono del calo sulle aspettative per un accordo, sempre più lontano a causa dei paletti e delle richieste della BCE.
Gli stakeholder della banca milanese continuano a spingere affinché Bpm conservi in ogni caso la propria autonomia. E Andrea Bonomi è la figura che potrebbe regalare alla banca nuova stabilità secondo gli attori principali della popolare di Milano.
Bonomi, ora alla guida del fondo Investindustrial, è stato investitore di maggioranza per tre anni e presidente del Consiglio di Gestione (CdG) fino all’inizio del 2014.
A volere indietro Bonomi sono soprattutto le maggiori sigle sindacali e l’associazione dei pensionati Bpm.
Non ci sono fonti che testimonino l’orientamento attuale di Bonomi, ma nei prossimi giorni avranno luogo degli incontri con gli stakeholder di punta del gruppo per valutare insieme la situazione.
Il tutto in un contesto in cui Bpm, come le altre popolari, dovrà trasformarsi in Spa entro la fine del 2016.
Azioni Banco Popolare-Bmp: fusione lontana. Colpa della BCE
La fusione tra Banco Popolare e Bpm si conferma farsi sempre più lontana. Si attende nel fine settimana un nuovo commento da parte della Banca Centrale Europa, che potrebbe anche notificare la necessità del tanto temuto aumento di capitale una volta concretizzatasi la fusione.
La dilatazione della tempistica per raggiungere l’accordo per l’accordo tra Bpm e banco popolare alimenta la paura del mercato che l’affare possa saltare.
I timori sono soprattutto sullo scomodo aumento di capitale che con molta probabilità verrà indicato come necessario dalla BCE. Precedentemente, infatti, sia il CEO di Bpm Castagna sia il CEO di Banco Popolare Saviotti hanno escluso a più riprese un possibile aumento di capitale a seguito della fusione.
Un salto della fusione potrebbe innescare l’ennesimo effetto domino sul comparto bancario italiano. Il mercato potrebbe leggere nella notizia l’impossibilità di portare avanti altre fusione nel comparto a causa delle normative rigide della BCE in materia di crediti deteriorati.
Questo spingerebbe gli investitori a pensare che anche altre fusioni necessarie nel comparto italiano saranno molto complicate da raggiungere, dilatando i tempi di una rivoluzione più che mai fondamentale.
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