Azioni Monte dei Paschi di Siena in focus, dopo le ultime indiscrezioni sull’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, prossimo all’ufficializzazione con il lancio del piano industriale.
Azioni Mps in evidenza: il titolo apre gli scambi in rosso a Piazza Affari, continuando sulla scia della flessione tracciata negli ultimi giorni.
La banca senese sta tornando sotto i riflettori in vista del 23 giugno, quando verrà annunciato sul mercato il piano industriale. Attesa per l’entità dell’aumento di capitale, che dovrebbe attestarsi sui 2,5 miliardi di euro.
A Milano, il titolo torna a guadagnare e alle ore 10.20 circa le azioni Mps avanzano dello 0,13%.
Azioni Mps in rosso: aumento di capitale in arrivo, le novità
Il nuovo amministratore delegato Mps, Luigi Lovaglio, presenterà il piano industriale della banca senese il prossimo 23 giugno. In quella data, probabilmente, sarà ufficializzato anche l’aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro.
L’indiscrezione al riguardo è giunta due giorni fa da Ansa, ma il tema - e la cifra - in realtà erano già note.
Ci sarebbe in cantiere, con il condizionale ancora d’obbligo, anche la definizione del consorzio di garanzia posto ad assicurazione della ricapitalizzazione, che anche il Tesoro, nella parte della sua quota, dovrà sottoscrivere.
In primo piano per la firma dell’accordo pre-underwriting ci sono, stando alle novità di Ansa, Bofa-Merrill Lynch, Credit Suisse, Jp Morgan e Mediobanca.
Da sottolineare che, una volta presentato il piano industriale e solo dopo l’approvazione da parte di Bce e Unione Europea negli organi incaricati, potrà avere il via libera la ricapitalizzazione, presumibilmente dopo l’estate.
Le azioni Mps stanno negoziando positive dopo l’apertura in perdita.
Come evidenziato dalla notizia Ansa, per l’aumento di capitale si attendono 1,6 miliardi da parte del Mef, “ci saranno da raccogliere 900 milioni, 1 miliardo di capitali privati, a fronte di una capitalizzazione di Siena che si aggira oggi attorno agli 800 milioni”.
La somma servirà soprattutto a riequilibrare il rapporto tra costi e ricavi, attualmente al 70%. C’è poi il capitolo esuberi, con circa 5.000 unità che dovrebbero lasciare il lavoro con uscite volontarie.
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