Il calo dell’utile netto della società è stato indotto da oneri straordinari legati alle riorganizzazioni aziendali. Il violento calo di questa mattina riporta il prezzo delle azioni Prysmian sui minimi dell’anno
Brusco risveglio per Prysmian in Borsa. All’indomani della pubblicazione dei conti 2018 le azioni dell’azienda hanno aperto la seduta con un violento calo che ha riportato il prezzo in prossimità dei minimi dell’anno sotto quota 17 euro.
L’ampio gap down lasciato scoperto questa mattina rischia di compromettere la struttura tecnica del titolo Prysmian in Borsa (clicca qui per l’analisi tecnica sulle azioni Prysmian a cura dell’Ufficio studi).
Prysmian: oneri straordinari pesano su conti 2018
Conto economico alla mano, Prysmian ha chiuso il 2018 con un utile netto contabile di 130 milioni di euro, in calo del 46% rispetto ai 241 milioni del 2017. L’azienda ha fatto sapere che sul calo dell’utile hanno pesato oneri netti legati alle riorganizzazioni aziendali, oneri netti non ricorrenti e altri oneri netti non operativi pari a 167 milioni di euro.
Risalendo il conto economico fino alla prima riga emergono ricavi per 10.158 milioni di euro, saliti del 28,5%, in gran parte grazie al contributo di 2.117 milioni derivante dal consolidamento di General Cable a partire dalla fine di maggio 2018.
I ricavi di gruppo full combined, includendo General Cable per l’intero esercizio, sono saliti a 11.577 milioni di euro, con una crescita organica del 3,3% sul 2017, mentre l’Ebitda rettificato è sceso dell’11% a 837 milioni di euro.
A livello patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è salito da 436 a 2.222 milioni, cifra che include i 2.601 milioni portati in dote dall’acquisizione di General Cable.
Il Cda ha proposto all’assemblea il pagamento di un dividendo di 0,43 euro per azione, cifra in linea con lo scorso esercizio.
Le guidance sul 2019
Per quanto riguarda l’evoluzione dei business per il 2019 Prysmian ha rilasciato stime molto prudenziali che non sono state digerite molto bene dal mercato e dagli analisti che seguono il titolo.
Prysmian stima una domanda nei business ciclici dei cavi per le costruzioni e industriali in leggera crescita rispetto al 2018 e si attende un trend di moderata ripresa anche nel business dei cavi di media tensione per le utilities, con un andamento eterogeneo nelle diverse aree geografiche.
Per i sistemi e cavi in alta tensione terrestre il gruppo si attende una sostanziale stabilità, con un progressivo miglioramento dei risultati attesi in Cina e nel Sud Est asiatico grazie al nuovo assetto produttivo.
Sul business dei sistemi e cavi sottomarini, il gruppo «punta a riaffermare la propria leadership, alla luce di un mercato atteso stabile rispetto ai livelli del 2018», si legge nella nota diffusa ieri.
Relativamente a questo settore il management ha specificato si aver risentito della concorrenza delle aziende cinesi: «Nella seconda metà dello scorso anno i competitors asiatici hanno scatenato una guerra dei prezzi per conquistare quote di mercato, guerra dei prezzi a cui Prysmian non ha partecipato avendo allora un libro ordini sufficientemente buono. Ora la situazione del libro ordini in questo settore è meno positiva e presteremo maggiore attenzione a questa competizione sui prezzi», ha spiegato l’Amministratore delegato Valerio Battista durante la conference call con gli analisti.
Nel segmento Telecom, infine, il gruppo prevede che la crescita nel 2019 si mantenga solida, sostenuta dalla espansione della domanda di cavi ottici in Europa e Nord America, mentre si attende un rallentamento dovuto alla riduzione di volumi per il mercato australiano.
Il gruppo ha fornito oggi una forbice di previsioni per il 2019 compresa tra 950 milioni e 1,02 miliardi.
«Il nostro obiettivo è di arrivare a un Ebitda rettificato per il 2019 pari a 1 miliardo. Siamo fiduciosi di poterci arrivare anche se ovviamente ci sono molti fattori da tenere in conto, fra cui l’andamento dell’economia», ha dichiarato Battista.
Western Link sotto controllo
Riguardo a Western Link, il sistema che trasporta energia dalla Scozia verso Inghilterra e Galles, che ha creato non pochi problemi all’azienda lo scorso mese l’azienda ha fatto trasparire positività.
Non è la prima volta che questo progetto è fonte di grattacapi per la società: a giugno 2018 i maggiori costi inerenti al contratto hanno portato ad un taglio della stima sull’Ebitda per lo stesso anno.
Battista ha detto che ovviamente non si può essere sicuri al 100% che non si verificheranno più contrattempi ma si è detto «fiducioso che la situazione sia ora sotto controllo».
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