BCE: Draghi annuncerà un aumento del QE dopo i tassi FED invariati?

Lorenzo Monti

23/09/2015

Dopo il mantenimento dei tassi di interesse USA allo 0-0,25%, il presidente della BCE Draghi potrebbe annunciare oggi un ulteriore stimolo di politica monetaria aumentando il QE.

BCE: Draghi annuncerà un aumento del QE dopo i tassi FED invariati?

Le revisioni al ribasso della crescita mondiale, con le forti titubanze da parte degli analisti sullo sviluppo del PIL cinese e le difficoltà dei paesi emergenti hanno spinto Janet Yellen a rimandare l’aumento dei tassi d’interesse USA. Questo potrebbe indurre Mario Draghi ad annunciare nuovi allentamenti monetari nell’area euro nel corso della apparizione pubblica di oggi alle 15:00 (ore italiane).

BCE sotto pressione, cambiati i fondamentali economici
Come gli Stati Uniti, l’area dell’euro non riesce ad uscire dal tunnel di bassa inflazione che ormai si verifica da anni. A differenza della Yellen però, Draghi non può ancora contare su una forte domanda interna che riesca ad innescare l’aumento dei prezzi.

Molti economisti vedono come sempre più probabile che la BCE sia chiamata ad aumentare il proprio impegno nel suo programma di allentamento quantitativo, attualmente da 1.100 miliardi di euro complessivi fino a settembre 2016.

«La preoccupazione è che, in precedenza, le banche centrali hanno supposto che la crescita globale sarebbe stata più forte nel 2016, ma questo ora non sembra probabile»

ha dichiarato Nick Kounis, responsabile dell’ufficio studi macroeconomici di ABN Amro Bank NV di Amsterdam.

«Se la Fed avesse alzato i tassi, avrebbe dato alla BCE un grande aiuto. Ora la pressione su Mario Draghi è di nuovo alta.»

L’ottimismo della BCE riguardo il fatto che una ripresa interna accompagnata da una forte domanda esterna avrebbe guidato l’inflazione verso l’obiettivo del 2 % viene ora sostituito dalla preoccupazione per il cambiamento strutturale da cui è afflitta l’economia mondiale.

Peter Praet, chief economist della BCE, ha ribadito in un’intervista a un giornale svizzero che la banca è pronta a modificare il programma di acquisto bond se la turbolenza economica dovesse richiedere di agire.

Un aumento del QE serve davvero?
Sono diverse le voci fuori dal coro, che non ritengono necessario un rafforzamento dell’allentamento quantitativo in Europa. Tra questi, il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, ha chiesto di frenare la politica monetaria espansiva attuale, invece di erogare ancora più stimoli monetari.
Il membro del consiglio direttivo BCE Luis Maria Linde, governatore del Banco de Espana, ha affermato che il ritardato rialzo dei tassi da parte della Fed non dove necessariamente comportare per la BCE una modifica al proprio programma di stimoli quantitativi.

Alle 15 il discorso di Mario Draghi
Il presidente della BCE parlerà nel pomeriggio al Parlamento Europeo a Bruxelles. Qualche ora prima che Draghi si rivolga ai legislatori, verranno rilasciati i dati europei sul PMI manifatturiero, sull’indice composito dei servizi e sull’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero tedesco.

Le rilevazioni statistiche mostrano che in Europa la fiducia dei consumatori è ai massimi dall’inizio della crisi finanziaria e i prestiti bancari alle imprese e alle famiglie sono di nuovo in aumento.

Molto dipenderà comunque dalla FED, il cui pensiero sarà esposto domani dalla presidente Yellen in un discorso a Amherst in Massachusetts. Una Fed più ottimista sul rialzo dei tassi sarebbe coerente con l’attuale rafforzamento del dollaro che potrebbe quindi rendere un’ulteriore sforzo della BCE nel QE non necessario.

Se questo non dovesse avvenire, ci si aspetta che Draghi scelga la linea più semplice, cioè dichiararsi possibilista su un ulteriore allentamento quantitativo in caso di necessità.

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