Nel bollettino economico di fine anno la BCE striglia di nuovo l’Italia sui conti pubblici. La crescita dell’economia dell’Eurozona prosegue ma resta lenta.
La Banca Centrale Europea torna a strigliare l’Italia. Nel bollettino economico di fine anno diffuso oggi, l’Eurotower ricorda al nostro Paese gli “scostamenti significativi” rilevati dalla Commissione europea nell’ambito dei conti pubblici.
La BCE ha infatti inserito l’Italia nell’elenco di quei Paesi (tra cui Belgio, Cipro e Slovenia) che hanno disatteso in maniera significativa le richieste di Bruxelles sul rispetto dei parametri europei di bilancio, ovvero per più dello 0,5% del prodotto interno lordo.
Nel caso di Italia e Belgio, la BCE ricorda che
“i pareri della commissione implicano che la conformità con il braccio preventivo non si configura più come fattore mitigante nel valutare l’inosservanza della regola del debito da parte dei due paesi”.
A proposito dell’Italia, nel bollettino si legge che
“la commissione aveva inizialmente previsto di riconsiderare la propria valutazione dei fattori pertinenti a novembre, con un nuovo rapporto basato sul documento programmatico di bilancio per il 2017”.
BCE: in Italia maggior incremento spread a causa del referendum
Secondo Francoforte, l’Italia è stato il Paese che ha registrato il maggior incremento dello spread sul debito sovrano e la principale causa è stata l’incertezza politica legata al referendum costituzionale del 4 dicembre.
Nell’osservare l’andamento dei rendimenti dei titoli sovrani nel periodo compreso tra l’8 settembre e il 7 dicembre, la BCE rileva:
“I rendimenti delle obbligazioni sovrane decennali sono saliti in tutti i Paesi dell’area, con incrementi compresi tra 40 e 90 punti base, mentre i differenziali di rendimento rispetto al Bund tedesco decennale hanno registrato un ampliamento compreso tra 5 e 50 punti base, ad eccezione della Grecia, dove sono scesi di oltre 200 punti base”.
BCE: ripresa ok ma inflazione resta bassa
La Banca Centrale Europea vede inoltre un rafforzamento della crescita globale nel medio termine, anche se a un ritmo più contenuto di quello pre-crisi. Stando ai calcoli effettuati dalla BCE, l’inflazione della zona euro supererà a inizio anno l’1%, riportandosi a livelli che non si vedevano da fine 2013, mentre la crescita globale va consolidandosi.
Ad ogni modo, visto che i prezzi sono risaliti ma solo in virtù del recupero del petrolio, la Banca presieduta da Mario Draghi è pronta a sostenere la ripresa economica dell’Eurozona con l’estensione del programma di acquisto di titoli pubblici e privati dell’area, recentemente prorogato fino alla fine del 2017 anche se a un ritmo più contenuto.
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