Verso una giapponesizzazione dell’Eurozona?

Ufficio Studi Money.it

16 Settembre 2019 - 08:55

Stimoli a tempo indeterminato all’economia dell’Eurozona da parte della BCE. Così Mario Draghi vuole chiudere il suo mandato di otto anni alla guida dell’Eurotower. Ecco la sua eredità

Verso una giapponesizzazione dell’Eurozona?

Mario Draghi si prepara a lasciare la guida della BCE lasciando in eredità al suo successore un piano di stimoli monetari importante.

«Draghi ha tagliato ulteriormente i tassi, cambiato la forward guidance e abbassato le stime d’inflazione e crescita dell’Eurozona per i prossimi due anni», ha sintetizzato in un intervento Edoardo Fusco Femiano, Market analyst di eToro.

Di fatto le decisioni annunciate ieri fissano le linee guida di politica monetaria della banca centrale almeno per i prossimi due anni, quindi anche l’inquilina entrante dell’Eurotower, l’ex capo del IMF Christine Lagarde (l’incarico parte ufficialmente dal 1° novembre prossimo), ne dovrà giocoforza tener conto.

I dettagli del piano di stimoli varato dalla BCE nella riunione del 12 settembre 2019:

  • Taglio del tasso sui depositi di 10 centesimi: dal precedente -0,4 all’attuale -0,5%;
  • Reintroduzione del QE da 20 miliardi al mese a partire da novembre in versione open-end, ossia senza scadenza prefissata ma «per tutto il tempo necessario»;
  • Cambio della forward guidance sui tassi: «i tassi resteranno al livello attuale o più basso almeno finché le previsioni d’inflazione non arriveranno ad un livello sufficientemente vicino, ma al di sotto, del 2%, e finché tale convergenza non sarà dimostrata dalle dinamiche sottostanti di inflazione» (abolito il riferimento «..almeno fino alla prima metà del 2020..» contenuto nella forward guidance precedente );
  • Introduzione di un meccanismo di tiering sui depositi che le banche dell’Eurozona effettuano presso la BCE (una parte della liquidità è esentata dall’applicazione del tasso negativo del -0,5%);
  • TLTRO 3: allungata la durata dei prestiti da due a tre anni e tasso più favorevole per gli istituti, ossia cancellazione della maggiorazione di 10 pb sul tasso medio delle operazioni e «con uno sconto per le banche i cui prestiti netti supereranno un livello di riferimento».

«Mario Draghi è riuscito ancora una volta a sorprendere i mercati assumendo un atteggiamento colomba, nonostante le riserve di alcuni colleghi e un programma relativamente modesto sulla carta rispetto a quello che alcuni avevano previsto», ha commentato il manager di eToro.

Tuttavia, come spesso accade per quanto riguarda la politica monetaria, il diavolo si nasconde nei dettagli.

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QE a tempo indeterminato? I possibili scenari

La promessa di mantenere il Quantitative Easing fino al prossimo rialzo dei tassi è positiva. Le somiglianze con il Giappone, però, sono evidenti.

La sfida per mantenere i tassi negativi è stata che, probabilmente, se si considerano le banche, la cura per la bassa inflazione (tassi negativi) può essere peggiore della malattia. Le misure messe in atto dalla BCE sono certamente molto tecniche e solo il tempo dirà se saranno veramente efficaci. Ai margini questo andrà a beneficio del settore bancario, ma il freno alla redditività delle banche rimane molto tirato.

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