Banca Carige: quale futuro per l’istituto targato Malacalza? Il punto della situazione su Npl e le prospettive di fusione.
Banca Carige: quale futuro per la banca targata Malacalza? Il sistema bancario italiano, com’è noto, sta affrontando un difficile percorso di ristrutturazione.
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha sottolineato l’eccessivo numero di istituti presenti nel nostro Paese (circa 650) e incoraggiato la fusione tra le banche più piccole, anche se il numero delle aggregazioni, finora, resta piuttosto basso.
Il Banco Popolare e Bpm convoleranno presto a nozze e probabilmente anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono destinate all’unione.
E’ prevista una fusione anche nel futuro di Banca Carige, ma l’istituto ligure deve prima mettere a posto i suoi conti, a partire dalla cessione di 1,8 miliardi di euro di Npl (o forse di più) in due tranche entro fine 2017.
Banca Carige: soluzione “eclatante” per Npl e no ad aumento
Vittorio Malacalza, vicepresidente e primo azionista di Carige col 17,6%, ha spiegato che la fusione può aspettare: prima infatti occorre risanare la banca e “darle una governance adeguata”.
Malacalza ha smentito la notizia di un possibile arrivo a Genova dell’ex ad di Unicredit Federico Ghizzoni e ha negato un coinvolgimento del Fondo Atlante nel piano di smaltimento dei crediti deteriorati.
Secondo Malacalza, il fondo d’investimento creato dal governo “è uno strumento che può essere utile ma noi non guardiamo né ad Atlante né ad altri: noi pensiamo che ogni banca debba gestirsi al meglio i propri Npl”.
Per l’operazione di sfoltimento del pacchetto sofferenze l’azionista rivela che la banca ha in serbo una soluzione “eclatante”.
Malacalza, inoltre, non vede all’orizzonte un aumento di capitale:
“Io faccio l’imprenditore e sono famoso per aver sempre voluto gli aumenti di capitale. Quindi io non sono contrario agli aumenti di capitale se sono necessari, ma al momento non c’è necessità”.
Banca Carige: le possibili quattro pretendenti
Una volta risolta la questione delle sofferenze, alcuni pretendenti potrebbero farsi avanti per unirsi a Carige.
I soggetti più accreditati dalla stampa sono quattro:
- UBI Banca, l’eterno cavaliere bianco del sistema bancario italiano;
- il polo Bpm-Banco Popolare;
- Mps: qualcuno ha ipotizzato un interesse di Siena una volta portato a termine il piano di salvataggio, ma l’ipotesi sembra quantomeno improbabile;
- Credit Agricole, il gigante francese presente in Italia con Cariparma e Carispezia.
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