Per Ignazio Angeloni (BCE), la Vigilanza si trova a un bivio: la sfida è il populismo che ne mette a rischio l’indipendenza.
L’attività di Vigilanza bancaria è a un bivio e il ruolo delle banche centrali è sempre più delegittimato. Colpa dei movimenti nazionalisti che alimentano un certo populismo contro le autorità che – a loro dire - non farebbero gli interessi della gente.
In estrema sintesi, questo il pensiero di Ignazio Angeloni, membro del Supervisory Board della BCE, che è intervenuto a Francoforte nell’ambito dell’evento Challenges for Supervisors and Central Bankers.
La sfida? Preservare e migliorare l’indipendenza della Vigilanza, superando l’ostacolo del populismo.
Angeloni: populismi e nazionalismi
Tra gli ostacoli che potrebbero mettere a rischio l’indipendenza della Vigilanza, ce n’è uno di natura politica: il populismo.
Angeloni parte da un dato di fatto che riguarda il contesto politico europeo e non solo: vanno sempre più rafforzandosi quelle forze politiche che si richiamano alla volontà popolare e inneggiano alla sovranità nazionale.
Tra i nemici degli interessi della gente, sottolinea il banchiere, solitamente non mancano le banche e, nella visione di populisti e nazionalisti non c’è spazio, ad esempio, per l’unione bancaria che è in forte contrasto con le loro convinzioni. Senza contare che il concetto stesso di “indipendenza della vigilanza devia dalla democrazia diretta, che i populisti preferiscono”.
Ma osserva Angeloni:
“Cio’ che la visione populista non riesce a riconoscere, a mio avviso, è che c’è più coincidenza tra gli interessi della gente e lo scopo di un supervisore ben intenzionato di quanto non sembri. La domanda qui è: chi sono le persone? Non riesco a pensare ad un equivalente migliore delle popolazioni combinate di depositanti e contribuenti bancari”.
La vigilanza bancaria è fondamentale
I cittadini non vanno dunque pensati solo in quanto persone ma anche come contribuenti e clienti degli istituti bancari.
Guardando al ‘popolo’ il quest’ottica, appare quindi evidente che
“La vigilanza bancaria è fondamentalmente volta a garantire che i fondi dei depositanti siano sicuri e che ai contribuenti non venga richiesto di pagare il conto per i fallimenti bancari di cui non sono responsabili”.
Insomma, Angeloni spiega che l’attività di Vigilanza serve proprio a proteggere l’interesse generale dei cittadini da eventuali interessi particolari di qualcuno.
E chi meglio di una istituzione europea per assolvere questa funzione di controllo a favore della gente?
Le nuove side
Il membro della Bce riconosce che oggi la Vigilanza si trova a un bivio e a seconda della direzione in cui si proietterà, potrebbe rafforzarsi oppure scomparire: tutto dipende da quanto riuscirà a mantenere la sua essenza, quell’indipendenza che caratterizza l’esercizio dei poteri nel Pilastro 2.
“Se questo ambito si restringe, lo stesso vale per il ruolo e la rilevanza della vigilanza bancaria”
osserva Angeloni.
E se il Pilastro 2 scomparisse? Secondo il banchiere il supervisore si trasformerebbe in una sorta di poliziotto che applica la legge e commina multe e sanzioni, senza distinguere nello specifico dei casi: un’eventualità da scongiurare perché
“non solo sarebbe poco interessante, ma sarebbe anche inadeguato per affrontare la realtà bancaria di oggi e di domani, dove i rapidi cambiamenti e l’integrazione crescente con il resto della finanza e con le moderne tecnologie richiedono una buona dose di flessibilità e giudizio”.
Ecco perché sarebbe meglio pensare a un rafforzamento dei poteri del Pilastro 2, conservando e migliorando l’indipendenza della Vigilanza.
Un percorso non semplice ma necessario che implica il contributo di tutti, supervisori compresi.
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