Nella riunione di oggi la banca centrale inglese lascia invariati tassi di interesse e politiche monetarie: focus sulla Brexit e massima cautela ad una settimana dal referendum.
La Bank of England lascia i tassi di interesse invariati al +0,50% con i membri del MPC che hanno votato all’unanimità per lasciare inalterati i tassi e l’ammontare di denaro riservato dalla BoE per i programmi di acquisto di asset.
Era previsto per oggi alle 13:00 l’intervento della terza banca centrale in poche ore, con la BoE che lo vive a pochi giorni da un evento che ha la possibilità di sconvolgere lo scenario interno al paese, ovvero il referendum per la Brexit del 23 giugno.
Nella giornata di ieri è stata la Yellen con la riunione della Fed ad essere protagonista, nonostante i toni siano rimasti cauti e il numero di rialzi di tassi di interesse previsti per quest’anno sembra essere arrivato ad uno solo.
Nella notte poi c’è stata anche la riunione della Bank of Japan che, a dispetto della critica situazione dello yen, continua a lasciare inalterata la propria politica monetaria in attesa del meeting di luglio, portando la valuta nipponica ad un apprezzamento record.
La verità è che l’imminente Brexit non consentiva in alcun modo a queste importanti banche centrali di prendere iniziative di rilievo, la situazione è troppo instabile e non necessita dell’aggiunta di ulteriori fattori di instabilità.
Vediamo ora nel dettaglio i contenuti del report della Bank of England e la reazione della sterlina a questa nuova giornata vissuta da protagonista.
Bank of England, tassi invariati e focus sulla Brexit: sta indebolendo l’economia
Nel report con il quale la Bank of England ha accompagnato la sua decisione (unanime) di lasciare invariati tassi di interesse e politiche monetarie sono rappresentati gli scenari che il Regno Unito sta vivendo in questo periodo.
In attesa delle parole del presidente della BoE Carney di questa sera, l’oggetto del report non può che essere l’imminente Brexit, contro la quale la banca centrale inglese si era già espressa fermamente.
L’avvertimento è quello che con un voto a favore di un’uscita dall’Unione Europea l’economia globale ne risentirebbe in maniera negativa, causando un crollo nella quotazione della sterlina nei confronti delle altre valute.
L’economia interna sta già concretamente scontando gli effetti negativi del pre-Brexit, con il reparto corporate, in particolare, che vive un rinvio continuo di importanti decisioni in termini di transazioni e M&A che stanno minando l’attività di molti business.
I piani che la BoE sta mettendo in piedi in vista del 23 giugno sono finalizzati a salvaguardare lo stato delle banche inglesi, così da fare in modo che abbiano la liquidità che un evento del genere potrebbe compromettere.
Il rischio della Brexit è secondo la BoE il più grande rischio nel breve termine che possa coinvolgere i mercati finanziari interni ed esterni, offrendo un’analisi del tutto simile a quella di ieri della Yellen, che ha visto proprio nel referendum britannico una delle principali ragioni per le quali tenere invariati i tassi di interesse USA.
Il rischio di un crollo della sterlina è concreto. Le reazioni avute dalla valuta inglese dopo gli ultimi risultati dei sondaggi a favore degli euro-scettici rappresentano un biglietto da visita di ciò che potrà accadere con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
Nel grafico è possibile osservare l’andamento di sterlina-dollaro negli ultimi giorni.
Buona parte degli strappi al ribasso sono proprio coincisi con l’arrivo di notizie favorevoli al partito della Brexit. La valuta britannica sta perdendo valore contro dollaro e euro, percorso che rimane però più accentuato contro la moneta a stelle e strisce.
L’euro è infatti allo stesso modo della sterlina influenzato negativamente da questi eventi, subendo le conseguenze negative che la crescita dello scetticismo nei confronti dell’Unione Europea sta portando con sé.
Nei prossimi giorni sarà lecito attendersi alta volatilità sui mercati finanziari e in particolar modo nel Forex. Il ribasso della sterlina potrebbe portare GBP/USD verso i prossimi livelli di supporto in direzione di quota 1,40.
Un successo del fronte pro-Brexit a quel punto avrebbe la possibilità di ridimensionare pesantemente la dimensione della sterlina oltre che le sorti a breve termine dei mercati finanziari.
La Bank of England si è espressa, per quanto poteva, contro questa possibilità evidenziandone i rischi. Ma l’ultima parola spetterà ai cittadini britannici.
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