Benzina con reddito di cittadinanza: quando è possibile, regole per servito e self service

Simone Micocci

17/03/2022

Si può fare benzina con il reddito di cittadinanza o ci sono dei limiti? Nessun divieto, il rifornimento di carburante è consentito sia in modalità servito che in self service.

Benzina con reddito di cittadinanza: quando è possibile, regole per servito e self service

Benzina con il reddito di cittadinanza: sì o no? Ci sono ancora dei dubbi riguardo all’utilizzo della carta di Poste italiane su cui mensilmente viene ricaricato il sostegno riconosciuto a titolo di reddito di cittadinanza; probabilmente colpa di alcune voci che ancora circolano a riguardo, che generano confusione sul funzionamento del reddito di cittadinanza e in particolare su come - e per cosa - può essere usata la carta acquisti.

Vi è, infatti, chi fa ancora riferimento ai “beni e servizi essenziali”, spiegando che questi sono gli unici acquisti consentiti utilizzando quanto ricevuto a titolo di reddito di cittadinanza. Ma non è così in quanto la normativa si limita a individuare dei beni e servizi vietati, stabilendo che oltre a questi non ci sono limiti di utilizzo per il reddito di cittadinanza.

Questo fa sì che la carta possa essere utilizzata per tutte quelle spese non vietate, ma solo laddove non persistano dei limiti strutturali: è importante ricordare, ad esempio, che gli acquisti per mezzo di POS sono possibili solamente presso gli esercizi commerciali italiani che utilizzano il circuito Mastercard.

Alla luce di ciò, possiamo rispondere alla domanda riguardo alla possibilità di fare carburante, sia esso benzina, diesel o GPL, utilizzando la carta reddito di cittadinanza.

Benzina con il reddito di cittadinanza: è possibile?

Anche se l’aumento dei prezzi di questi giorni sembra aver reso la benzina un bene di “lusso”, questa non rientra nell’elenco dei beni non acquistabili con il reddito di cittadinanza.

D’altronde la benzina, così come qualsiasi altro carburante, è un bene essenziale e dunque un eventuale divieto non avrebbe avuto ragione di esistere. È dunque possibile utilizzare la carta, sia quando si è in modalità servito che in caso di self service, sempre se ovviamente il benzinaio utilizza il circuito Mastercard (ma non ci sono motivi per credere che non sia così).

Ricapitolando, è sempre possibile fare benzina, diesel e Gpl, utilizzando il reddito di cittadinanza: non è prevista alcuna sanzione per chi lo fa visto che la spesa per il carburante di auto e moto rientra a tutti gli effetti nell’elenco degli acquisti consentiti. Attenzione: ovviamente vale solo per i rifornimenti in Italia, in quanto con il reddito di cittadinanza non sono autorizzate spese all’estero.

C’è poi un caso limite, ossia quello del carburante per navi e imbarcazioni. È vero infatti che non ci sono divieti a riguardo, tuttavia è importante ricordare che per avere diritto al reddito di cittadinanza nessun componente deve essere intestatario, a qualunque titolo, di navi e imbarcazioni da diporto.

Benzina sì, ma per quale auto?

Ricordiamo, inoltre, che la normativa che ha introdotto il reddito di cittadinanza pur non avendo previsto limitazioni per i carburanti ha imposto delle condizioni nel caso in cui si voglia acquistare un nuovo veicolo.

Nel dettaglio, il reddito di cittadinanza è incompatibile con:

  • auto immatricolate per la prima volta nei 6 mesi antecedenti alla richiesta, indipendentemente dalla cilindrata;
  • auto immatricolate la prima volta nei 2 anni antecedenti alla richiesta, con cilindrata superiore a 1.600 cc;
  • motoveicoli di cilindrata superiore ai 250 cc immatricolati la prima volta nei 2 anni precedenti.

L’unica eccezione è rappresentata da autoveicoli e motoveicoli per cui è prevista un’agevolazione fiscale in favore di persone con disabilità (ai sensi di quanto stabilito dalla legge 104/1992).

Non si può fare domanda del reddito di cittadinanza, dunque, qualora si possegga uno dei suddetti veicoli. Allo stesso tempo, nel periodo di percezione della misura non si possono acquistare auto nuove, né tantomeno auto usate immatricolate da meno di 6 mesi, o 2 anni qualora la cilindrata risultasse superiore ai 1.600 cc. Lo stesso vale per le moto, le quali appunto non devono avere una cilindrata superiore ai 250 cc.

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