Joe Biden ha firmato l’ordine esecutivo di rientro nell’accordo sul clima di Parigi nelle prime ore del suo mandato da presidente e prepara un nuovo programma per il cambiamento climatico.
Tra i 17 ordini esecutivi firmati da Joe Biden nelle prime ore da nuovo presidente degli Stati Uniti, uno dei più importanti riguarda il rientro dell’America nell’accordo di Parigi del 2015 sul clima, dopo l’abbandono da parte di Donald Trump nel novembre 2019.
Il ritorno nell’intesa internazionale comporterà il rispetto di politiche ambientali e investimenti per contrastare l’aumento delle temperature, contenendo in primis l’inquinamento domestico, insieme all’impegno vincolante di dover sostenere finanziariamente i Paesi meno sviluppati.
Tali obblighi erano stati rigettati da Trump, il quale aveva rimproverato Obama di aver riportato troppi svantaggi dalle negoziazioni, causando conseguenze economiche negative per gli USA.
Il Governo Biden-Harris ha anche annunciato una serie di provvedimenti per la lotta al riscaldamento globale, indicandola, a differenza del predecessore, come priorità assoluta nella sua azione già nei primi 100 giorni del mandato, seconda solamente alla pandemia da Covid-19.
Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha anche bloccato la costruzione dell’oleodotto Keystone XL, in grado di trasferire enormi quantità di petrolio tra il Canada e gli States, oltre a fermare la perforazione dei monumenti naturali Bears Ears e il Grand Staircase-Escalante per l’estrazione di gas e petrolio.
Come affermato da Biden nel discorso di insediamento, il cambiamento climatico rappresenta la più grande minaccia per il Paese, che nell’ultimo anno è stato colpito in maniera violenta da uragani, incendi e temperature record, causando enormi danni alla popolazione.
Biden ha firmato il rientro nell’accordo sul clima di Parigi
Dopo i quattro anni di negazionismo sulla crisi climatica di Trump, che hanno portato gli USA a un isolamento in materia, Joe Biden dovrà mettere in atto una serie di politiche ambientali ancora più ambiziose per recuperare la credibilità internazionale.
Infatti, tutti gli Stati firmatari dell’accordo di Parigi in questi anni hanno mantenuto i propri impegni per restare nell’obiettivo prefissato di contenere l’aumento medio della temperatura globale.
Gli Stati Uniti rappresentano la prima nazione per produzione di gas serra nella storia e la seconda allo stato attuale dopo la Cina, la quale ha fissato per il 2060 l’obiettivo di raggiungere emissioni zero.
Biden ha promesso in campagna elettorale il raggiungimento di quota zero emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Per ottenere questo risultato però dovrà presentare un piano che comprenda misure drastiche.
Il programma di Biden per la lotta al cambiamento climatico
L’entourage della Casa Bianca ha affermato che per raggiungere una completa transizione ecologica nella prima metà del duemila, il rientro nell’accordo di Parigi rappresenta solo il primo passo.
Il primo a complimentarsi per la decisione è stato il presidente francese Emmanuel Macron, il quale sul suo profilo twitter ha cinguettato: “Bentornati nell’accordo di Parigi”.
L’ex vicepresidente di Obama dovrebbe inoltre convocare un summit mondiale per presentare un nuovo piano di riduzione delle emissioni negli Stati Uniti, invitando i partner a sottoscrivere anche loro un’agenda climatica più ambiziosa.
Grazie alla maggioranza ottenuta al Congresso, Joe Biden potrebbe firmare presto un enorme piano finanziario per la green economy, riuscendo in questo modo a promuovere le fonti di energia pulita e contrastare l’utilizzo di petrolio e carboni fossili.
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