I Bitcoin e le altre criptovalute stanno assumendo un ruolo da protagonisti nelle tensioni al confine tra Russia e Ucraina. Ecco come.
La guerra tra Russia e Ucraina, che rischia di scoppiare da un momento all’altro, può contare sulla presenza di un protagonista inedito nel quadro di un possibile conflitto armato tra i due Stati.
Una serie di dati raccolti dal gruppo di analisi blockchain Elliptic ha evidenziato come stanno avendo luogo donazioni in Bitcoin e altre criptovalute per supportare l’esercito ucraino.
Da tutto il mondo stanno arrivando centinaia di migliaia di dollari da utilizzare per diversi scopi: dall’equipaggiamento militare alle forniture di medicinali, fino allo sviluppo e l’utilizzo di nuove tecnologie all’avanguardia.
Così, mentre le potenze globali sono al lavoro, come testimonia l’incontro nei giorni scorsi tra Putin e Macron, per scongiurare l’inizio di una guerra che potrebbe portare a uno scenario catastrofico di 100 mila morti e 5 milioni di profughi, le nuove monete digitali potrebbero giocare un ruolo di primo piano nell’esito dello scontro tra Russia e Ucraina.
Infatti, grazie a una maggiore resistenza ai blocchi che potrebbero essere imposti dai Governi nazionali, i Bitcoin e le criptovalute sono particolarmente indicate per le raccolte fondi internazionali, poiché è pressoché impossibile bloccare le transazioni da parte di un’autorità centrale.
Il ruolo delle criptovalute nella guerra tra Russia e Ucraina
Come è stato riportato da Elliptic Intel, osservatorio titolare di un software spesso utilizzato per investigare sulle attività criminali finanziate in modo analogo, le ONG e i gruppi volontari ucraini hanno ricevuto globalmente un totale di oltre 570 mila dollari. Nel 2021 si è quindi assistito a una crescita del 900% rispetto all’anno precedente.
Tra i maggiori gruppi destinatari di tali fondi, si trovano Come Back Alive e Ukrainian Cyber Alliance, i quali hanno affermato di aver ricevuto in quest’ultimo anno, rispettivamente, 200 mila dollari e 100 mila dollari, tramite portafogli che comprendono Bitcoin, Litecoin, Ethereum e un mix di Stablecoin.
A questi si aggiunge l’ONG Myrotvotrets Center che ha avuto accesso a 267 mila dollari tramite più di 100 donazioni provenienti da oltre 40 Paesi. In particolare, Myrotvotrets Center sta lavorando a una App di riconoscimento facciale in grado di identificare mercenari o spie russe attraverso una semplice fotografia.
Già in passato i gruppi di volontari sono stati un supporto decisivo per l’esercito ucraino, fornendo risorse umane, armi e medicinali. Uno sostegno che in molti casi è risultato decisivo per colmare il gap organizzativo del corpo militare ufficiale.
Allo stesso tempo, anche i separatisti filorussi possono contare su una strategia simile, avendo iniziato a raccogliere fondi in Bitcoin dall’inizio della tensione al confine tra Russia e Ucraina.
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