Giovani, inesperti, coraggiosi: dietro il rally del Bitcoin c’è la fiducia incrollabile di investitori sotto i 30 anni, che non conoscono i rischi del mercato.
Secondo i dati pubblicati da Mode - fintech focalizzata sul comparto delle criptovalute - la maggior parte degli investitori che puntano sul Bitcoin sono uomini giovani, con meno di trent’anni, e un’alta predisposizione al rischio.
Una chiave di lettura inedita, dunque, per spiegare le performance (da record) della criptovaluta: considerati il genere e l’età, potrebbe essere una dinamica di "overconfidence” - ovvero fiducia eccessiva di un uomo giovane e inesperto, interessato alle tecnologie Blockchain e all’impatto delle valute virtuali sul sistema monetario - a spedire ciclicamente in orbita la crypto, nonostante i rischi della volatilità e il background speculativo dell’asset. Tale teoria non trova intesa tra la comunità di esperti di criptovalute, secondo i quali i rally si verificano in scia delle azioni dei fondi di investimento e degli investitori con ampio capitale a disposizione.
Gli uomini sotto i 30 anni dietro il rally del Bitcoin?
Basandoci esclusivamente sui dati forniti da Mode – che si fondano, a loro volta, sulle statistiche della piattaforma di trading della fintech – il 79% degli investitori che puntano sul Bitcoin sono uomini, contro il 21% di trader donne.
Un dato schiacciante, questo, che ribalta in parte le statistiche relative ai titoli azionari: nell’anno fiscale 2017-2018 l’Office for National Statistics britannico (ONS) rivelò infatti che dei 2,3 milioni di ISA – Individual Savings Account, utilizzati nel Regno Unito per detenere azioni e titoli – oltre 1 milione erano riconducibili a delle donne, in un rapporto 56% a 44% in favore degli uomini.
Una distanza minima, che non si ripete tuttavia in ambito criptovalutario. E questo, secondo la professoressa dell’Università di Toronto, Lisa Kramer, potrebbe suggerire una inedita spiegazione al ritmo tambureggiante del Bitcoin: il dato sul genere, e quello relativo all’età (il 64% dei trader ha meno di 30 anni, l’86% è sotto i 41), definiscono i lineamenti dell’investitore-tipo del Bitcoin, e possono spiegare il rialzo monstre della criptovaluta, favorita dall’inesperienza – o dal coraggio incosciente – dei giovani trader.
Gli investitori giovani non conoscono i rischi
Una questione generazionale secondo Mode - spiegata con il fatto che gli investitori con meno di 30 anni non hanno vissuto a pieno la crisi finanziaria del biennio 2007-2008, né la bolla DotCom di fine anni Novanta e tantomeno i ciclici crolli borsistici, dal 1929 al lunedì nero del 1987. I contrari alla teoria, d’altra parte, ribattono specificando che il Bitcoin è nato proprio come risposta alla crisi finanziaria, fattore che spiega come gli investitori più grandi ne conoscano dinamiche e conseguenze.
Il Bitcoin è un asset caldo, volubile, sul quale le minacce di nuove regolamentazioni non si sono mai spente: per questo, gli investitori più stagionati, che nel passato hanno dovuto fare i conti con le congiunture negative dei mercati, si tengono ancora a distanza di sicurezza - anche se il fatto che giganti come Tesla, Paypal e Mastercard abbiano abbracciato il Bitcoin sembra essere piuttosto un segnale del contrario.
Certo, i giovani hanno più famigliarità con le trading app utilizzate per scommettere sulle criptovalute, ma le nozze tra i giovani trader e il Bitcoin sono da ascrivere principalmente alla componente di rischio insita nella crypto. E questa (imprudente) passione potrebbe alimentare ancora i rialzi dell’asset.
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