Il Bitcoin è la madre di tutte le truffe mentre la tecnologia blockchain è stata gonfiata ma è in realtà inutile. L’attacco dell’economista Nouriel Roubini.
Il Bitcoin è una truffa? La criptovaluta e la blockchain in generale tornano sotto il tiro degli scettici: a parlare stavolta è stato Nouriel Roubini (economista globale famoso per aver previsto con precisione la crisi finanziaria globale del 2008), che di fronte al Congresso degli Stati Uniti d’America ha cercato di evidenziare tutte le sue (negative) convinzioni sull’universo delle criptovalute e sulla loro tecnologia.
Ancora una volta, però, le sue perplessità su Bitcoin, criptovalute e blockchain, si sono scontrate con l’ottimismo di quanti vedono (soprattutto nella citata tecnologia) del potenziale rivoluzionario.
Bitcoin, criptovalute e blockchain nel mirino: truffe inutili
Il Bitcoin e le sue colleghe, ha affermato l’economista, sono madri e padri di tutte le truffe. Una considerazione certo forte, ma che non stupisce sapendo quanto gli osservatori siano oggi divisi sulle criptovalute.
A lasciare perplessi non è stato tanto il suo attacco nei confronti del Bitcoin, quanto quello sulla blockchain. Nel corso del tempo anche i più scettici si sono ricreduti ed hanno ammesso le potenzialità rivoluzionarie della tecnologia che, come ormai noto, esulano dal semplice settore criptovalute.
Eppure Roubini non è stato colpito dalla blockchain, che ha invece definito come la più acclamata e inutile della storia.
Un commento pungente, al quale però si è contrapposto quello di Peter Van Valkenburgh, direttore di ricerca di Coin Center.
“È perfetta? No, ma non lo era neanche l’email quando è stata inventata nel 1972. Il fatto che lavori senza intermediari finanziari è fantastico, una svolta informatica. Sarà fondamentale in termini di libertà, prosperità e sviluppo umano, così come lo è stato l’arrivo di internet.”
Insomma, dopo anni di dibattiti, anche le più recenti discussioni su blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale hanno lasciato emergere le profonde divisioni di un mercato spaccato a metà tra pessimisti ed entusiasti.
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